Nel pieno coacervo di colpe illusorie
a stento comprendi che la direttiva
di tutte queste angosciate storie
era ed è (e sarà) la distanza
intellettiva
ha determinato gli sbandamenti
le reazioni, gli eccessi del tuo stesso
pensare
quando avevi bocciato tutti i buoni
intenti
è perché tutto, intorno, era un ingannare
hai mostrato facce che non eran tue
che smentivi ogni giorno con le tue
azioni
in pensieri, moventi, emozioni e
premure
e il terribile corso delle tue
stagioni
s'eri un immoralista ti sarebbe andata
mille volte meglio e serenamente
ci sarebbe stata una rima alternata
tra cattiva azione e guadagno imminente
tu dicevi bene, quando sostenevi,
che non era un assolvere i criminali
ma il notar contingenze, e distanze
brevi
tra di loro e i cosiddetti "normali"
e lo vedi bene come si indurisce
quando uno di questi subisce un torto
le condanne eterne che fiero sancisce
il negare ogni dialogo: il soggetto è
Morto
Vedi del pensiero la scorciatoia
che ogni volta prende, l'individuo
superbo
ne esce prontamente un'azione boia
e un comportamento per sempre acerbo
sicché il destino, che ti porti
appresso
dipende sol dal meccanico frapporsi
di un finito numero di teste di cazzo
dove il lor giudizio ha potuto imporsi
sembra che ci sia una sola fazione
che detiene le chiavi del paradiso
perché tutto vede, dal suo torrione
però ha scritto "male assoluto"
sul viso
voglio solamente scordare tutto
ma non posso farlo, invischiato qui
dentro
né con il librarmi nel pensiero
astratto
aver che domani mi aspetti altro
posso scivolar fino al deltaplano
e non so nemmeno a chi sto parlando
se a chi da lassù possa darmi una mano
od ancora a quelli che sto lasciando
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