Informo gli arbitri delle partite
che le barriere sono inserite
informo le orecchie del grillo parlante
che ho acquistato del nastro isolante
imparo da un mondo più vecchio di me
a profittar di quello che c'è
apprendo da quelli che stanno lassù
com ci si arriva partendo da giù
più delle cronache dei giornali
assorbo il plancton che sta nei miei
mari
più del rimpianto di forze passate
mi abitan terre - inesplorate
pria mi distendo nell'abbandono
poi mi riprende un pensiero di tuono
allora fantastico nuovi rilanci
invece di attendere il corso dei tempi
dimentico quello che mi hanno fatto
con la turpe scusa ch'io fossi matto
e per tutto quello che è stato prima
tanto fu abbietto che non trovo una
rima
non sai quanto in basso si possa
arrivare
con l'incapacità gestionale
non sa quanto solido riluce il castello
se a governarlo ci metti un cervello
ma accetta che pochi, davvero ambiziosi
inneschino circoli virtuosi
e che legioni d'implacabili inetti
travolgano tutti i pregi in difetti
lascia ogni cosa alla sua deriva
calmo prepara l'alternativa
senza uno stolido attacco che incede
non è pensabile un contropiede
quanto a quegli alberi che ancor sono
verdi
non puoi abbatterli chiamandoli
"acerbi"
quando li affligga la brutta stagione
cadranno tutti con uno scrollone
sappi ora che non è mai troppo tardi
per diventare assennati codardi
i più lo son stati, ma privi di senno
ne è risultato al mondo il suo danno
ma se sei l'unico, devi esser divino
a dir Pane al pane e Vino al vino
se sei umano, finisci affamato
ed ebbro del mosto in cui ti hanno
affogato
chiudi pure la stalla, con i suoi
steccati
se anche i buoi sono già scappati
magari ne sono rimasti un paio
e tu ci campi fino a gennaio
e sii più bonzo e meno guerriero
non basta il fare, ma l'essere duro
duro diventi quando l'anima è vecchia
prima non regge la catapecchia
lascerai tracce in fecondi scritti
di riflessioni e mostri sconfitti
scoprirai forse che meglio non era
possibile fare in un'epoca oscura
ti sei reso conto, circa i progressi,
quanto siam lenti a inseguire noi
stessi?
quanto ci metti a risolvere quello,
a scolpire quest'altro, a mostrarti più
bello...
a dominar ciò che ti affliggeva,
a fiutare al buio la strada di casa...
a render proficui tutti gli istanti,
a non cader vittima dei passanti...
a concentrarti su un obiettivo,
a riprendere il gusto di essere vivo...
su questa ridicola spoglia mortale
come vedi non molto si può contare
se le si chiedono grandi imprese
nove su dieci saran disattese
molto ti elevi più nel Concetto
puoi teorizzare un mondo perfetto
dove gli esempi di oggetti reali
tendano intrepidi agli Ideali
solo dall'impeto di questa tensione
c'è stata lotta e fiera afflizione
ma hai debellato quella più dura
laddove hai appreso la tua Misura
lo disse Socrate: "conosci te
stesso",
aggiunse un cinese: "e il nemico
appresso"
<<
il generale che meno sbaglia,
prevede l'esito della battaglia >>
cosa obiettare, a quei due geni?
Son la misura di quello che ottieni
è confortante, così da lontano
che io abbia loro stretto la mano.
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