Saccheggiate e buttate come sabbia nei
venti
son le nostre energie dentro questo
teatrino
che ci insegna il suo modo d'impiegare
i talenti
ma non sa quanto è triste lo
spettacolo ameno
usa qui un vaso antico come casseruola
piega tutto alla logica del bieco
interesse
taglia i fondi ai migliori, del mercato
la scuola
viva la quantità, e la cultura alle
masse
necessaria virtù d'acchiappare
farfalle
con i trucchi più squallidi di un
adulto bambino
che non può fare a meno di contar
delle balle
è sorreggersi oggi in questo giardino
ma impetuoso è il vortice che ci
chiama all'appello
così tanto che aneli di abbandonare
ogni cornice critica all'inviso
castello
nuotar nella corrente, per non
sprofondare
ma il castello sprofonda sotto i nostri
piedi
siamo tutti portati a crescere in
larghezza
non a ristabilir di ogni cosa le sedi
giacché la civiltà perfeziona in
altezza
la politica avalla del pensier la
pigrizia
e gradiscono i molti questa benedizione
poi lamentano i danni - il tizio e la
tizia
senza però discutere la lor direzione
tuttavia non potrebbero, se non han
coltivato
alcun frutto proibito che s'ingrossi
nel tempo
giacciono in un presente mal digerito
ed aspettano interpreti del loro
scontento
ma poi sono restii a sentir le risposte
niente è mai più aborrito del retto
pensare
preferiscono accogliere nuove supposte
e restare fedeli a una linea formale
anche quando la fame sarà sulla porta
non è ancora qui l'ideale che sfonda
ma l'astuto oratore che lanci una fune
promettendo più cibo sull'altra sponda
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