Sento battere qui i colpi di coda
dell'ambizion più grande vera e pura
già che da tutti i pulpiti altra moda
parla ed è trincerata d'alte mura
devo essere piccino muto e accorto
ed avvolgermi di mondanità
quella che poco crebbe nel mio orto
quella che còlta dà felicità
sappi che chi si getta incontro al vero
tributa immane il falso su se stesso
mentre il concetto nel demente ignaro
pria di vent'anni mai non passa
anch'esso
per ogni verità che bruto storpi
seppellirei il tuo corpo sottoterra
il cranio fuori, aperto, e poi la
fiamma
vedere il tuo cervello come afferra
alternativamente quattro fiere
losche e affamate l'abbiano a mangiare
bassi ragionamenti andranno a bere
questa è la libertà del tuo pensare
mi lascio andare e stingo nell'estate
fiero rancor che nutre l'ambizione
voglia e dovere delle cose amate
conscio li ho abbandonati alla stazione
non accadrà che alcuno li raccolga
son merce rara e sembra frutta sfatta
cinico sguardo che tu le rivolga
non troverà del posto sulla chiatta
la malattia fluisca nel suo letto
fiume di questo mondo, che è anche il
mio
animo di poeta maledetto
ma la sua guarigion si chiama oblio.
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