Vaghi
per queste strade
gemi
turbolento, di una meta mancante
di un
orientamento imperfetto,
di un
tutto da conquistare
conta
che pionieri le hanno costruite
verso
una meta ancor più latente
scoperta
per gradi
e
forse ancor più ambiziosa
gigante
sulle spalle di giganti
spianerò
la strada
al
gigante di domani
sconsolato
di sorte ingrata
credendo
ormai all'uniformità spietata del destino
non
sai che ci sono fonti da cui la vita
zampilla
generosa anche per te
da
qualche parte
tutto
sta a vedere, se si può guarire il tempo
cioè
il corpo infelice, ossia
la
stratificazione maligna
dello
spazio
la
Storia viene a noi lenta
da
libri limacciosi
ma
sovvien da essa
il
proposito di scrollare
dalla
spalle del mondo
i
residui dell'ego(ismo) degli antichi,
tutte
le scorie, le impronte, che hanno lasciato
ai
monumenti, ai luoghi, alle carte,
ai
costumi, alle istituzioni, ai dipinti...
quanti
si sono voluti eterni a sproposito
poiché
perfetti non erano
e
prima o poi le lor effigie
andranno
raschiate via dai fregi
non
aver sempre premura di essere giusto
forse
questo non è giusto
dal
momento che tutti sono
atrocemente
ingiusti
e
talvolta ci sono delle accelerazioni
nello
sbrogliarsi dai problemi
pretendi
nuovi scenari innevati
di
canti gentili e freschi
di
gente accattivante
e che
ti ha già giudicato bene
mischia
la storia col mito
e la
realtà con l'idea
purché
il risultato sia bello
l'istinto
ha sempre portato gli artisti
in
questa direzione
un
brutto ceffo come il Dolore
chiede
troppo, se pretende fedeltà.
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