La serietà consiste nello stare
in equilibrio
ma talvolta bisogna perdersi
nella calura e nella frescura,
e nelle luci e nel buio,
e negli insetti molesti e nell'aria
tersa,
e nella fame e nella sete,
e nella rabbia guasta e
nell'improvvisa quiete.
La creazione deve essere
per la sua natura intrepida
un rapimento febbrile, ma non si
può domare il cavallo per sempre -
è naturalmente più forte, e
prima o poi ti disarciona.
Bravo è chi resiste di più e poi
si getta fuori, prima d'esser divelto,
con un ricordo in pugno.
La nostra umanità ci vuole
altri che non titani, e noi rendiamo
grazie e malediciamo la nostra
duplicità.
Non possiamo realmente trasformarci,
senza perire.
Ciò che è migliore viene coltivato,
distillato, e poi convogliato altrove,
abbandonando la carcassa, per
un nuovo involucro.
Non è forse follia volersi opporre
a questa legge naturale?
Non sentiamo forse, la caducità
dell'imperfezione?
Non aver paura di mancare all'appello,
se quella non era la tua classe.
Quante volte e ancora, ti sei chiamato
fuori luogo?
E ancora parti impreparato,
senza borraccia, parti
senza meta e vaghi e ritorni
e ti mastichi e friggi e gemi e stai
in equilibrio e lanci maldestro
e sei brutto, sei scarso
e sei scontento e ti avveleni:
ma anche questo faceva
parte del gioco.
Va a cercare gli amici del tuo gioco.
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