Il picco si dev'essere sfiammato
di rabbia atroce e morso sempiterno
il dente non dev'esser lancinato
da fitte che ricordano l'inferno
allora tu puoi prender carta e penna
lento nel corridoio del commento
e tingere quel segno che ti accenna
a ciò che non puoi dir con fiero
accento
dacché ci sono orde nere e truci
schierate ben la fuori e d'ambo i sessi
bramose a che ti squarti e che ti bruci
punir la verità coi suoi eccessi
tu sai il nostro dolore essere figlio
di atavica viltà che non tagliò
raccolta nelle vesti del coniglio
la testa ad un nemico che negò
sicché lui crebbe fino ad insinuarsi
nelle complesse lande del tuo regno
e allora l'uomo ebbe a macerarsi
braccato nella tela del suo ragno
ti accusano di ciò che tu hai subito
ti fanno colpa la tua stessa rabbia
la torcon nella piaga con il dito
avvolgono la loro nella nebbia
pagasti sì due volte da innocente
per le vie d'un sistema criminale
che sta alleato ai rei, e che non sente
ragion d'idea, né torto personale
ed ecco che tu sbotti ed ora pensi
che le tue affermazioni più cruente
non fossero sbagliate e che i tuoi
sensi
non mentano sul cuore della gente
difficile è attingere alle fonti
di amore e gioia – poiché circondate
sono da quei cattivi elementi
che le hanno intrise, che le hanno
guastate
e allora qui tu devi distillare,
agire operazione di filtraggio
e ciò che più dovrebbe rilassare
richiede intelligenza e più coraggio
oppure trasferire più lontano
la tua soddisfazione in altro regno
ma esprime la sua sete la tua mano
lacera per la tela di quel ragno
allora pare che non ci sia scelta
arte di guerra e cauto compromesso
richiede il mondo, e di stare all'erta
sull'uscio fino al giorno del trapasso
si deve qui combattere e mangiare
avulsi alle regole del gioco
sapendo che se tu le vuoi cambiare
puoi farlo solamente poco a poco.
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