Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

sabato 27 aprile 2019

Binario mancante




Solinga vita, triste e pur negata
nelle sue condizioni di sostegno
si affaccia illusa oltre la sua grata
accoglie società nel suo disegno

ma presto dee ritrarsi amaramente
al tocco d'acqua gelida ed estranea
alla sua vera forma della mente
la comunione è falsa o temporanea

val bene a dir che non puoi far progetti
fragili come glassa – come argilla
ed inesperti, ingenui gli architetti
credon la casa possa uscire bella

come lanci pindarico il tuo volo
qual entusiasmo riesce a ravvivarti
senza il concerto, parte già l'assolo
per spegnersi quand'è ora di svegliarti

ed il risveglio è cupo e desolante
languono nell'estate che caldeggia
i movimenti incerti di quel fante
a indifferenti porti il cuore ormeggia.


martedì 23 aprile 2019

Si vuole imperfetto


Lascia perdere i toni
sconsolati o sprezzanti
si può glissare in cento
modi nuovi
e pur non sei più curioso
di nuove illusioni o disillusioni
il mondo si vuole imperfetto
gravemente fiero
dei suoi difetti
E non ci sono spazi
nel piccolo come nel grande
in cui virtù possa dispiegarsi
incolume
non ho voglia di sperare
né di disperare
mi perdo in una tagliatella
e in un arrosto
e nella nuova attesa
di ciò che non giunse mai

lunedì 22 aprile 2019

Pertugio ardito



T'appresti
da una bassa
fanghiglia inaccettabile
a scalare il monte, o spiccare il volo

L'ultima cosa al mondo
per cui si vorrebbe esser famosi
si è realizzata – e adesso
qual dignità superlativa
qual nerbo inventato
e pur reale
possono proseguire il cammino?

Di vita o di arte, guasti al midollo
sfuggire allo squallido
al patetismo
all'imbarazzato distacco
dei rispettosi o di chi
non voglia corrompersi
al tocco funesto
della sconfitta

Il male di vivere, il vivere male
s'intrecciano nelle giornate infinite
c'è chi è uscito da pantani peggiori
e pure, pure s'annoia il coraggio
di se stesso, è tempo di finirla
con le risalite impossibili
cerchi un deus ex machina
che ben consente i romanzi
e frena invece la spilorcia realtà

posso far confusione fuori di me
mentre rassetto i tasselli all'interno
oppure tutto sarà confuso
o tutto sarà chiaro

se sei passato nel pertugio ardito
che ogni autore ha tenuto a distanza
niente sarà più come prima.




sabato 20 aprile 2019

Arborescenza


Quanti nemici tu hai - Eccellenza
sentono quel che potrai diventare
e allora ti taglian le ali in partenza
ad ogni palpito soffocare

Pianta che media hai la statura
ma puoi svettare più in alto
se ti nutro ed innaffio con ogni premura
e lascio i grandi al deserto

Ed or mi rinfacci i tuoi fiori e il tuo verde
cinica e spudorata
non sai che può vincere anche quando perde
la mia statura innata

Se ho resistito a climi impietosi
sono indurita nel tronco
scorrono in me liquidi odiosi
con il pensiero li affronto

Mentre felice, tu non ci pensi
che crollerai alle prime intemperie
o che nel nucleo delle mie sementi
conservi ancora intenzioni serie

Se non giungerà pioggia gradita
o non giungeranno i miei rami altrove
nelle mie spore conservo la vita
le soffierà il vento, in ogni dove

E poderosi saranno i miei figli
con tutto quel che conquisteranno
sarete ai miei piedi a implorare consigli
e le mie fronde vi aduggeranno.


Il grido del tempo


Fredda merce spinosa d'un carico porti
sempre tu nel contesto di paesaggi radiosi
la natura che gli occhi vedono assorti
pur non scioglie il gomitolo d'anni penosi

Se t'approssimi al pulpito donde parlare
attraverso l'intrico di strade impietose
di già eroica la mente cerca di enucleare
puntigliosa l'essenza di quelle cose

Si deprime il tuo tempo, e proietta infinito
- anche se tu non manchi di raccoglier la sfida
il suo marchio perdente d'un percorso fallito
senza che la sentenza imperiosa ti uccida

Più non siano i regni della carta stampata
più non sia la mia penna a salvarmi l'orgoglio
ma i concreti elementi d'una vita più grata
con il far quel che devo, l'aver quel che voglio

Sbando altrove, ma riesco a esser ben solo questo
un dannato poeta che scrive al futuro
tutti gli altri propositi con cui me ne esco
presto o tardi si frangon nel muro

Ma come puoi pensare di chiamar "passatempo"
un Grido che un'arte vuol sublimare
un qualcosa che possa vincere il tempo
ed al suo primo tempo tornare?


venerdì 19 aprile 2019

Verso il teatro



Impegni concreti son falsi porti
mai lo faresti costantemente
ma paiono deboli i tuoi punti forti
se a ciò che è d'altri t'affacci imprudente

Affaticàti, l'occhio ed il cuore
ed un cervello che stanco prosegue
indeciso e necessita di lunghe ore
per arrivare allo snodo che segue

Di una storia densa, che non ti appartiene
se non in parte - per il soggetto
senti per essa nuove catene
e a liberartene ti trovi inetto

Insisti: devi azzeccar quel colpo
a spianarti la vita per lunghi decenni
se molli ancora sarai sepolto
di questo la penna darà nuovi cenni

Esci da questo binomio perverso
dalla dialettica soffrire & creare
entra in un luogo diverso
dove la vita si possa amare

Lei che finora ti ha smidollato
sì logorandoti nell'occlusione
rendendoti un solido concentrato
ed il fusibile d'ogni pulsione

Questo, all'immagine deturpata
e scolpita nel marmo ben si accoppiò
a rendere tragica ogni tua giornata
che spada di Damocle cadde e tagliò

Ma forse la gabbia si può allentare
di sordidi lacci dentro al tuo petto
se questi vent'anni devon pescare
ciò che gli ultimi venti han lasciato negletto.

Spada insolente


Oltre paludi accidentate
ti afferrerò - o Vittoria
scabrosità infinita
invidiosa, di esseri umani
oltre di lei ti prenderò
o Bellezza
mi isolerò in un antro
dove nulla m'insidia
supererò l'accidia
Io ti consumerò i fianchi
o livida sponda
del dolore
o noia che fai da cancello
ai giardini radiosi
Vi farò crollare
macigni d'alterità
e riavrò il mio piccolo grande
me stesso
Dubbio, cadrai
alla mia spada insolente!

giovedì 18 aprile 2019

Ladri di vita


Loro che stan sulla cupola oscura
lentamente portando il mondo al naufragio
soffocan piante di bella natura
duro nel petto il triste presagio

Loro che storcono orrendamente
l'altrui immagine e dilaniando
il loro corpo come un giogo tagliente
proseguono il proprio cammino scherzando

Loro che – sterili – han solo pretese
d'esser serviti da chi sulle gambe
sa stare ritto, e le mani tese
vogliono a tutte le loro domande

Loro che servi di questo sistema
fingono di lamentarsi
e nulla mi han dato mai, altro che pena
adusi ad ogni bel gesto negarsi

Non vi perdono, oggi né mai
già rovinaste la mia partita
più d'ogni altra cosa vi odiai

Ladri di vita!

mercoledì 17 aprile 2019

Postille al Manifesto (I)


Sostengono che la meritocrazia esista anche sotto il Capitalismo, che i migliori riescono comunque ad emergere. Ciò è vero in parte: se si escludono innanzitutto i migliori dei migliori, i veri fuoriclasse, orbene i dissidenti che mettono in discussione i dogmi del capitalismo stesso [entro i quali soltanto è possibile emergere], quelli di una società costituzionalmente imperfetta. Costoro arrivano addirittura ad essere emarginati ed equiparati ai buoni a nulla o ai nullafacenti - quando il loro astenersi o fallire, invece, è una legittima obiezione di coscienza, il rifiuto di partecipare ad un gioco di livello inferiore alla loro anima: infatti esiste un livello di virtù che non può non trovarsi stretta entro la cornice delle regole e dei valori i base ai quali dovrebbe dare il meglio di sé, sicché le sue forze si rivolgono in prima istanza contro la Cornice. Inoltre, anche le persone semplicemente talentuose, sotto tale sistema arrivano, sì, ad emergere, ma a qual prezzo!

Il sistema organicista è come un motore progettato con intelligenza tale da aver eliminato tutti gli attriti e le circonvoluzioni superflue: sicché ottiene un rendimento molto maggiore. E questo è in fondo, lo scopo dell'economia.

Nella scienza politica sono da tentare ancora molti esperimenti. Le ideologie del passato, prese integralmente, sono di certo incompatibili; ma cogliendone dei frammenti e unendoli accortamente assieme, si possono ottenere degli ibridi che reggono. Questi non devono essere necessariamente dei miscugli - inerenti ancora alla sfera fisica, di sostanze che possono essere separate con semplici metodi fisici e dunque a rischio di facile disgregazione se sottoposti a sollecitazioni - bensì proprio delle fusioni chimiche, producendo composti che siano contemporaneamente stabili, leggeri, elastici, resistenti a trazione, pressione, torsione, penetrazione, alle basse e alle alte temperature, e siano inattaccabili da agenti chimici.

Il nazismo – molto coeso ed efficiente all'interno – si è pur rivelato vulnerabile agli attacchi esterni, e sottoposto alla tenaglia pluto-bolscevica ha dovuto cedere. La croce uncinata era forse fatta dunque di acciaio ossidabile. Il nazionalsocialismo è intimamente venato di romanticismo; e le vene romantiche sono, alla prova dei fatti, fonti di fragilità più che non di forza. Il romanticismo è cosa da adolescenti... mentre l'amore maturo è più concreto, astuto, consapevole, ed attento alla reale compatibilità dei tratti caratteriali e contingenti. Il giovane si crede invincibile, si sente caro agli dèi perché animato da un sentimento puro e s'illude che il suo amore sia da questi protetto: quando essi hanno forse già sentenziato a priori il suo fallimento; sicché invano egli si sforza di contrastare il destino. A posteriori, lungamente deluso, facendo il computo delle energie spese, di lacrime e sangue, confrontati con i risultati oggettivamente ottenuti, egli si rammarica d'aver tolto spazio al freddo calcolo per ascoltare il suo cuore. Il romanticismo, come ci mostrano la letteratura e il teatro, rende le storie più belle, ma è anche quello che fa morire gli eroi, fallire i progetti e le ambizioni, soffrire i protagonisti. Il nazismo è stato stroncato che era ancora adolescente (aveva a dir bene solo 12 anni) e la caduta di Berlino è stata appunto tragica.

Il movimento organicista vuole togliere dal suo statuto tutti gli errori riconducibili alla giovinezza, ossia all'ingenuità e all'inesperienza. Per questo io mi devo premurare di avere una vita longeva, viste le responsabilità che, da filosofo, mi assumo, delle quali il giovane non si rende mai pienamente conto; e sarò lieto di poter dare ai miei scritti la revisione della maturità e
possibilmente quella della vecchiaia.


La morale è argomento da considerare con la massima perizia e cautela: concezioni che paiono nobili e ragionevoli si rivelano essere, a una più attenta analisi, delle stupide remore, dei sottili inganni, dei bigottismi arcaici o rinovelli, buoni solo a perdere le guerre, far sanguinare il cuore e arrovellare il cervello. Sul tema morale io emetterò il più tardi possibile la mia definitiva parola. 

mercoledì 10 aprile 2019

Nuovi cornetti



Che davvero il dovere cambi di forma
come quello del prossimo s'aggiusti alla guida
siano pani comuni quelli che sforna
e non più rose pazze che gli lanciano sfida?

Vita che ti stupisce, spingendoti lontano
ti dà nuove energie, ed un nuovo strumento
oppure sei tu che li hai presi per mano
con lo sforzo di un nobile atteggiamento

Sarai lento ancora a rimetterti in sesto
su ogni pista ti stanca l'ardito cammino
tu lo vuoi e non lo vuoi – se vuoi essere onesto:
ma per vincere o perdere è presto, bambino!

martedì 9 aprile 2019

Vindice il canto


I

Cinica vita ti svuota
d'ogni gioviale entusiasmo
ché mai non gira la ruota
mai alcun chiasmo

Franti i tuoi sogni già ieri
resta sistemica fuffa
valgono questi sentieri
quanto la muffa

Non si rinnova fiducia
ché ti ha deluso ogni cosa
ogni persona – e l'audacia
forse non è più di casa

Non ti ha aiutato granché
torvo salire su un greppo
devi aiutarti da te
scendi indiretto

Hanno creato per noi
ogni passaggio più acre
nemici degli aristoi
membri del mondo mediocre

Quei che c'ingabbia imperioso
più complicato nel tempo
sale con impeto odioso
vindice il canto.


II

Tornatene in società
sol quando sei positivo
quando la tua volontà
perde ogni tratto retrivo

Giustificato semmai
quando sei guasto di dentro
ma se lo mostri otterrai
biasimo e malcontento

Voglia di fargli mancare
tutto – come fu per te
fa i denti tuoi digrignare
li vuoi alla tua mercé

Però non è in tuo potere
ignora tutto e prosegui
tanto sapranno cadere
fuori dal mondo dei sogni

Ciò che preoccupa assai
sempre che presso di loro
cercherò quel che cercai
da voce fuori dal coro

Esito sembra predetto
proverò a vincere uguale
sul campo lor prediletto
con qualche mossa geniale.




lunedì 8 aprile 2019

Come sembran cambiare di faccia


Stai diritto sui piedi e non disperare
soluzione alterna sia concessa a chi osa
tormentato dal nodo di odio – e d'amore
resta languido petalo, tra spine di rosa

Nella bolgia immersi di reciproca offesa
noia e lercio fastidio, sempiterna durezza
ora voglia l'eroico evitare la resa
si risvegli d'astuzia e fermezza

Soluzioni apparenti deludono ancora
e il diverso conferma il suo improbo destino
gli rifugge ogni scampolo di dolce "qui e ora"
sembra dunque segnato, l'infernale cammino

Si eran chiuse le porte all'istinto d'azione
cumuli di stanchezza rendevano grazie
consapevoli già della situazione
ormai saturo il cuor di disgrazie

E più non allettava, via di conoscenza
ma presente era già il sospetto
che fosse il distacco frutto di senescenza
e non disaffezione al soggetto

Auspicavi pertanto le giornate impegnate
or da quiete abitudini che dovevi trovare
redditizie un minimo, e più sconsiderate
più superficial gusto alla vita sociale

Presto detto: si chiudono tosti gli ingressi
ed annusi a distanza la frustrazione
alienata da un mondo d'apparenti progressi
che frenava così ogni smania d'azione

Per far quello che vuoi, serve molto denaro
sia dovere solingo o piacer compiaciuto
di ambire se stesso come quel che è più caro
nel subumano mondo in cui hai sempre vissuto

Che il segreto consorzio possa avere ragione
di volerti al suo interno, e una vita appagare?
Che la grande tua critica nell'angusto cantone
voglia chiedere troppo – per un triste finale?

Tornan come la luna, sempiterni dilemmi
ogni volta più chiari di consapevolezza
luce al fine del tunnel, non c'è verso che accenni
vita truce tradisce ogni falsa promessa

Se collaboratore d'ingiustizia diventi
sarà terrificante lo scotto
non potrai sostener la coerente virtù
d'uno spirito adesso corrotto...

Ma non stia forse qui, nuova sfida al coraggio?
Il toccare con mano quella gioia segreta
non sarebbe per forza l'ultimo passaggio
ma uno snodo già, verso la medesima meta...

Se tu hai visto il livello dell'umana bassezza
e già avevi concluso per la devastazione
il cruento sterminio di questa schifezza
perché adesso ti poni anche questa questione?

Ricorda che tutto vi avevano tolto
il diritto di vivere ad altezza vostra
quel che resta quaggiù, a dir ben, non è molto
se più vale il biglietto del giro di giostra...

Io rifiuto imperioso la disperazione
devo dare casselli, sfidar le condizioni
che altri hanno posto, senza alcuna ragione
scavalcare opinioni, sfondare cancelli

Resistente è la sfida tra il bene e il male
come sembran cambiare di faccia
sempre ibrido è questo animale

che ci piaccia o non piaccia.  


Disvalori democratici


Dinanzi alla domanda: come fai a stabilire chi merita e chi no?
Rispondi: Prima si giustifica lo scopo e poi si trovano i mezzi. Non siete d'accordo che sia giusto un mondo dove solo le persone competenti hanno voce in capitolo nel prendere decisioni su ogni specifica questione? Pensate come la canzone di Vasco Rossi: "Noi siamo liberi di sbagliare"? Sembra corretto, se Vasco Rossi fosse il solo che paga per i suoi errori, ma non lo è. Io sono arrivato ad affermare che solo chi pensa la verità ha il diritto di pensare. I pensieri non sono innocui, si viene offesi da essi quasi quanto dai gesti. E i gesti, le scelte, dipendono dai pensieri. Ora ribadirete: e come fai tu a stabilire quale sia la verità? Anche qui: il metodo lo si può trovare, ma non negherete che una verità oggettiva esista a prescindere dalle nostre opinioni. Il relativismo afferma che non esista una verità oggettiva, ma solo opinioni: e questa però guarda caso non è un'opinione ma una verità oggettiva...contraddizione evidente: capite quanto sia stupido il relativista? I fatti esistono davvero, oppure solo le interpretazioni? Se non c'è un fatto, io cosa cazzo interpreto?!
La storia te la possono raccontare ognuno a modo suo, ma sarà andata in un certo modo, no?
La bellezza è relativa? Io dico che è oggettiva e che poi ci sono alcuni che la sanno riconoscere e altri che non la sanno riconoscere. Ha forse il sistema il dovere o il diritto di produrre anche opere oggettivamente scadenti per venire incontro al cattivo gusto di alcuni? Io dico di no, perché le opere costano soldi e non si spendono soldi per creare cose indegne, ed il cattivo gusto è propriamente una malattia curabile: è il portatore del cattivo gusto che deve elevarsi , non l'arte che deve venirgli incontro, se non indicandogli la via di elevazione. Se il debole vuole che gli si dia una mano, gli può essere ragionevolmente concesso: non però il diritto di fare lui l'andatura, che tutto debba adeguarsi alla sua debolezza: questo è un atto di egoismo vergognoso e ignobile, perché intralcia gli scopi della natura sottomettendoli a quelli di un singolo soggetto degenere. I forti devono aiutare i deboli? D'accordo: per farlo devono essere forti. Gli ultimi vanno tutelati? Va bene: per farlo occorre essere primi, e avere i diritti conseguenti. Anche i diritti dei primi vanno tutelati, altrimenti finiremo per essere tutti ultimi, di essere trascinati nel degrado. E questo è il vero scopo degli incapaci: rendere incapaci anche gli altri. Poi lo chiameranno "EGALITÉ", "FRATERNITÉ"...NO: SI CHIAMA INVIDIA. E poi aggiungono "LIBERTÉ", certo, perché dopo aver affermato che il mondo deve venire incontro alla nostra debolezza - e dunque non è affatto libero di seguire la sua forza - noi mettiamo bene in chiaro che però NOI vogliamo essere liberi di disinteressarci del mondo e delle conseguenze delle nostre azioni, lasciandole orbene incorrette ed impunite, e di coltivare il nostro giardino in pace, di farci i cazzi nostri dopo aver rotto quelli degli altri.

Questo discorso illustra quelli che vengono chiamati VALORI DEMOCRATICI.

Cosa è dunque un democratico, se non uno squallido egoista?





venerdì 5 aprile 2019

Vecchio equilibrista


La verde arte dell'elusione
t'aiuti a scorrere la vita, defilato
Il lasso di tempo è lungo
in cui puoi cogliere e gustare

Portati laddove si parla meglio
Vittoria è un buon pulpito
Debolezza t'illuminò per quanto ti spense
ti diede le ali e t'incaprettò

Evita le critiche
di chi enfatizza meschinamente
una tua debolezza o errore
per aumentare o consolidare
un'autostima traballante

Riprendi il gusto delle grandi
e delle piccole cose

Poni una nuova cura nei dettagli

Riscattati rapido dopo un errore

Per un poco, pigliati il buono
di ciascuno e di ciascuna cosa
e glissa sul cattivo

Forse natura c'insegnò a fare questo
con fiuto animale e invano ci siamo
complicati la vita

Talvolta basta essere superficiali
per esser profondi

Non siamo forse costretti alla profondità
(alla risalita) proprio perché siamo caduti
in acqua?

Quante gambe buone ha sprecato da

giovane, il vecchio equilibrista...

Betty stava per chiudere


e non sei qui e intruso io volgo lo sguardo
l'anima mia oltre le tue spalle di corvo
la tua figura gentile che non posso stringere
e avrei timore di frangere, come quel che non so
star d'intorno a quel viso, cosa mai vide
e cosa volle e provò, quel giovane cuore
se più duro urterebbe la mia fragilità
o non abbia pertugi per le acque
di questi versi. E tenera dai
lo straccio e qual vita ti attende
oltre lo scorcio che mi è concesso
Non importa se tra queste scabre colline
non sarai tu a donarmi la letizia agognata
e non cadranno le spine di una notte infinita
Non m'importa d'invadere, ciò che già ti sostiene
spero bene per te, che sia gioia serena
e non guasti mai la tua foglia discreta
non voglio litigare con i tuoi capelli
e forse non sei fatta per questi inferni
che ora tocchi ed allieti, fresca per un attimo
voglio isolarmi, in questa bolla sognante
Un compagno di ventura colse con me
la tua essenza e mi spinse ad alzare
la mia penna per te. Ora son sulla soglia
sto per chiudere i battenti, come fai tu la sera
ma ti porto con me, oltre e ancora domani
per te arrise al mio buio, e la staglio qui eterna
- finestrella di luce. 

mercoledì 3 aprile 2019

Una storia stanca e rude




Sembra la pagina respingerti
rifiutare la penna

E tutto già sembri
aver meglio detto – altrove

Terrai acceso questo dono?

La svolta pragmatica rischia
di ottundere la mente
Eppure è necessaria
a liberare il corpo

Non cercare immagini fuorvianti
sta sul pezzo
dì quello che devi dire

L'ambientazione appare davvero
superflua

Ancora troiate imposte
si dilungano per settimane
e sempre avvelenano e intralciano
la vita

Chi mai pensò a noi?
Non siamo solo abbandonati
ma braccati da scorie
spazzatura e nemici

cose spianate contro di noi

Ma la spietatezza è un dono
da conquistare duramente

Se ti abitui a perdonare
ed amare i tuoi nemici
t'infiacchirai morboso
ben presto e vivrai in stato
di occupazione fecciosa

Basta uno sguardo per concludere
FECCIA sulla FACCIA

E tu vuoi studiare la storia del
mondo e mille discipline?

Un sonno patologico incombe

Ed il mostro sarà la misura
dei miei vizi e delle mie virtù

qualcosa salverà, e tagliuzzerà
di me, perché le PIACE, perché
lo STIMA, il suo cervellino ovarico

il resto sarà il più basso ORRORE
mai visto ed incarnato.

E chi ha paura di me, in un
certo senso fa bene – pur essendo
MERDA DI PORCO

Vento scatenato di fiamma
voglio che spazzi le umane genti...

Ma il sonno incombe più forte

Ancora non posso farla pagare
a nessuno...sol insinuare
nelle lande del futuro la mia
spiritualissima vendetta...
che somiglia tanto a quella
degli innominati...

Perché mi sforzo di agghindare
ciò che è nudo e crudo
e rude mi strafalcia?

Non ho voglia più di leggere
un CAZZO...io sono la fonte
cui attingere ogni cosa!

E cerco appigli all'intorno
per rendere questa poesia
più poetica ma trovo solo
muri impenetrabili
e scabre minacce

Trovo la realtà imperterrita
che si riconferma

E temo per il mio indomani lontano
temo che i posteri mi ammazzeranno
in un cruento martirio estetico
altro che incensarmi

E se io avessi il coraggio nuovo
di non essere più fine?

Se il mio vomitare versi
fosse più gradevole?

No, non mi immergo
più nella letteratura di area
ho già intuito il conflitto
assiologico fondamentale, e dove
questi e quelli hanno sbagliato.

Attento, rischi di farti
rodere dall'indignazione
imbattendoti in tanta gente che
ha goduto senza soffrire, ha preteso brutale
e senza remore si è indignato
di ogni piccolo sgarbo o mancanza
ricevuti dal destino, o da
singola persona.

Bisogna fare un uso parsimonioso
e impeccabile dell'ipocrisia

Ma usa tutta la sincerità
che puoi permetterti,
senza troppi rispetti.

Ma la fiacca ti domina...

Lotta truce e riprenditi
strappa la tua forza al mondo esterno
supera i tuoi limiti

Sei malato e scoperchiato
in una gogna senza fine
e non puoi farci un bel CAZZO.

Prima o poi devo chiuderla
sta poesia. CAZZO

L'azzardo



Come una perla in fondo all'oceano
cogli un concetto, o un'opera nuova
non puoi tornare laggiù
scafandro non regge
e non c'è abbastanza ossigeno

una foto scattata
in condizioni straordinarie
in cima a un monte scalato
anche lì non tornerai

spetterà ad altri
probabilmente
cancellare le piccole macchie
sul tuo smalto

ora ti cogli dislessico
impappinato, confuso

eri tornato in superficie
con i ricordi degli abissi
e delle vette

sei nella valle, dove hai perso tempo
ed or ti è rimasto poco tempo
tutto è già preso – o quasi

sai che l'oceano oggi è più vasto
e tante le catene montuose
ma spetteranno ad altri

fortunatamente
non conta nei libri quanto è sbagliato
ma sol ciò che è giusto
che è nuovo e che passa:
lo Spirito, l'idea centrale

tutto ciò che è ordinario
tracolerà via – così deve

negli anni verdi
hai anteposto la curiosità al terrore
ora è il contrario

stai vedendo le conseguenze
dell'azzardo originario...
la scommessa è vinta e persa
ad un tempo.