Fredda merce spinosa d'un carico porti
sempre tu nel contesto di paesaggi radiosi
la natura che gli occhi vedono assorti
pur non scioglie il gomitolo d'anni penosi
Se t'approssimi al pulpito donde parlare
attraverso l'intrico di strade impietose
di già eroica la mente cerca di enucleare
puntigliosa l'essenza di quelle cose
Si deprime il tuo tempo, e proietta infinito
- anche se tu non manchi di raccoglier la sfida
il suo marchio perdente d'un percorso fallito
senza che la sentenza imperiosa ti uccida
Più non siano i regni della carta stampata
più non sia la mia penna a salvarmi l'orgoglio
ma i concreti elementi d'una vita più grata
con il far quel che devo, l'aver quel che voglio
Sbando altrove, ma riesco a esser ben solo questo
un dannato poeta che scrive al futuro
tutti gli altri propositi con cui me ne esco
presto o tardi si frangon nel muro
Ma come puoi pensare di chiamar "passatempo"
un Grido che un'arte vuol sublimare
un qualcosa che possa vincere il tempo
ed al suo primo tempo tornare?
Bella.
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