Dinanzi
alla domanda: come fai a stabilire chi merita e chi no?
Rispondi:
Prima si giustifica lo scopo e poi si trovano i mezzi. Non siete
d'accordo che sia giusto un mondo dove solo le persone competenti
hanno voce in capitolo nel prendere decisioni su ogni specifica
questione? Pensate come la canzone di Vasco Rossi: "Noi siamo
liberi di sbagliare"? Sembra corretto, se Vasco Rossi fosse il
solo che paga per i suoi errori, ma non lo è. Io sono arrivato ad
affermare che solo chi pensa la verità ha il diritto di pensare.
I pensieri non sono innocui, si viene offesi da essi quasi quanto dai
gesti. E i gesti, le scelte, dipendono dai pensieri. Ora ribadirete:
e come fai tu a stabilire quale sia la verità? Anche qui: il metodo
lo si può trovare, ma non negherete che una verità oggettiva esista
a prescindere dalle nostre opinioni. Il relativismo afferma che non
esista una verità oggettiva, ma solo opinioni: e questa però guarda
caso non è un'opinione ma una verità oggettiva...contraddizione
evidente: capite quanto sia stupido il relativista? I fatti esistono
davvero, oppure solo le interpretazioni? Se non c'è un fatto,
io cosa cazzo interpreto?!
La
storia te la possono raccontare ognuno a modo suo, ma sarà andata in
un certo modo, no?
La
bellezza è relativa? Io dico che è oggettiva e che poi ci sono
alcuni che la sanno riconoscere e altri che non la sanno riconoscere.
Ha forse il sistema il dovere o il diritto di produrre anche opere
oggettivamente scadenti per venire incontro al cattivo gusto di
alcuni? Io dico di no, perché le opere costano soldi e non si
spendono soldi per creare cose indegne, ed il cattivo gusto è
propriamente una malattia curabile: è il portatore del cattivo gusto
che deve elevarsi , non l'arte che deve venirgli incontro, se non
indicandogli la via di elevazione. Se il debole vuole che gli si dia
una mano, gli può essere ragionevolmente concesso: non però il
diritto di fare lui l'andatura, che tutto debba adeguarsi alla sua
debolezza: questo è un atto di egoismo vergognoso e ignobile, perché
intralcia gli scopi della natura sottomettendoli a quelli di un
singolo soggetto degenere. I forti devono aiutare i deboli?
D'accordo: per farlo devono essere forti. Gli ultimi vanno
tutelati? Va bene: per farlo occorre essere primi, e avere i
diritti conseguenti. Anche i diritti dei primi vanno tutelati,
altrimenti finiremo per essere tutti ultimi, di essere trascinati nel
degrado. E questo è il vero scopo degli incapaci: rendere incapaci
anche gli altri. Poi lo chiameranno "EGALITÉ",
"FRATERNITÉ"...NO:
SI CHIAMA INVIDIA. E poi aggiungono "LIBERTÉ",
certo, perché dopo aver affermato che il mondo deve venire incontro
alla nostra debolezza - e dunque non è affatto libero di seguire
la sua forza - noi mettiamo bene in chiaro che però NOI vogliamo
essere liberi di disinteressarci del mondo e delle conseguenze delle
nostre azioni, lasciandole orbene incorrette ed impunite, e di
coltivare il nostro giardino in pace, di farci i cazzi nostri dopo
aver rotto quelli degli altri.
Questo
discorso illustra quelli che vengono chiamati VALORI DEMOCRATICI.
Cosa
è dunque un democratico, se non uno squallido egoista?
La bellezza è relativa? Io dico che è oggettiva e che poi ci sono alcuni che la sanno riconoscere e altri che non la sanno riconoscere. Esprimere un'opinione non è sufficiente a validarla. Nessuno fino ad ora ha mai proposto criteri oggettivi per l'estetica. Buona fortuna e quando li avrai trovati scrivili chiaramente.
RispondiEliminaLa mia riflessione in materia è ferma ai Saggi di Estetica pubblicati qui nel Maggio 2015, prova a leggerli, in particolare il paragrafo intitolato L'ESTETICA RIDOTTA ALL'OSSO, ma conviene leggerli tutti per padroneggiare la mia visione.
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