Son come i soldi i meriti
chi pochi ne ha, ben se li tiene stretti
li ingigantisce con voli pindarici
a farli veramente, probi inetti…
Se l’ego già non vuol morir di fame
lui deve rubacchiare al suo vicino
padrone di un talento meno infame
la mano svergognata del meschino
E a volte si rigira la frittella
diametralmente opposta alla realtà
la mossa non riesce affatto bella
osceno furto all’altrui proprietà
Ma tal rapina di mere apparenze
non lo rende miglior – anzi, l’espone
a prendersi, nei fatti, altre licenze
il che peggiora la sua posizione
Chi invece il bieco furto l’ha subìto
lo zucchero versato al serbatoio
avanza guasto, l’animo contrito
vorrebbe consegnarli al mattatoio
Ma se lui da campione tira avanti
piagato dalla non-riconoscenza
s’allena alla sopportazion dei santi
la pena fertilizza la coscienza
La soluzione trova, e infin ne esce
vincente – ed il suo merito è più grande
chi ha testa e gusto, or lo riconosce
e il suo nemico affonda in mutande!
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