Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

giovedì 30 aprile 2020

Morte dell'Idea



Non puoi negare l’intima sostanza
dell’uom – voglia assoluto godimento
e spregi in fondo all’ultima sua danza
ogn’altro che ne guasti il sentimento

chiunque abbia qualcosa a noi mancante
o sia disturbo, o intralcio al nostro passo
lo guardiamo con l’occhio più sprezzante
e di chi ha meno non c’importa un cazzo

siam stati noi traviati tanto a lungo
da strambe, idealistiche illusioni
le squaglia il lungo vivere nel fango
subendo mille ignobili speroni

di gente per la quale sembrerebbe
che noi dobbiamo batterci, ed arditi
ma un vero saggio, sai che sbiancherebbe
dinanzi a bei propositi fioriti

poiché ogni prato è bolgia infernale
l’un l’altro già si squatrano gli insetti
ed ogni ideologia finisce male
guarnita sol d’ipocriti concetti

ignari, ingenui - e i loro esponenti
t’han già deluso tutti amaramente
tali e quali ai nemici - e i loro denti
ficcati nel tuo cuor, atrocemente

profitta d’ogni cosa e sta in orecchio
suggi da ogni stelo miglior vita
non fece altro mai l’infame gretto
e ti par morto il losco parassita?

Stoltezza ed egoismo fanno a gara
a chi più forte rema questa barca
deve remar più forte la virtù
ma sol con l’intelletto ci si smarca

Vision social sarebbe consentita
tra soli uomini di egual valore:
quanti ne vedi tu, in questa partita?
Dimentica il pensiero redentore

La guerra è tale, e deve essere vinta
piegare, sottometter chi ti turba
e metti a segno ogni brava finta
che intelligenza omai, sia solo furba.


sabato 25 aprile 2020

Disteso l'animo



Disteso l’animo che per ripicca
più non volea riflettere su nulla
non fosse il quotidiano che ti ammicca
e con gentili mani ti trastulla

oppure anche difficoltosi affari
che però trascendessero gli intenti
più universalistici ed amari
portati avanti lungi coi tormenti

ma si ritrovò ancor semi-braccato
imposta una clausura assai contesa
e di se stesso si sentì annoiato
sicché sua lotta ancor trovò ripresa

infatti quei contesti lagunari
in cui portavi l’animo a ristoro
nascondono punture d’alveari
ricordi d’ingiustizie che assaporo

di conflitti irrisolti che un bel giorno
dovran portarsi a maturazione
scoppiando la battaglia tutt’intorno
cercando ben risolutiva azione

poiché giammai non si ravvede l’uomo
ciò ch’è consolidato stringe i denti
e porta ancor più avanti i suoi intenti
vanificando l’amnistia, il perdono

e male ancor più grande lui t’infligge
sicché non può esser sol la tua stanchezza
a dire basta a quello che confligge
leggendo in ciò profetica saggezza

profetizzando invece puoi ben dire
che molti ancora prenderan le spade
che tu hai forgiato assieme alle bandiere
che a nuovi giorni apriran le strade

resti deluso sì profondamente
che gran parte di quel che hai concepito
si sfalda e cola via dalla tua mente
e di averci creduto sei pentito

almeno in parte – certo per il danno
che simili ricerche e posizioni
portava in te ogni giorno il cupo anno
pungenti aculei in tutti i suoi cantoni

ma è segno del percorso meritorio
che l’intellettuale ha ben compiuto
rabbioso per l’istinto derisorio
e ‘l denigrar di chi non l’ha saputo.

coraggio stinge già con lenergie
che scemano precoci in chi le spese
senza risparmio e già, senza bugie
e nulla ne ebbe in cambio a fine mese

rimpianta gioventù di fresco ardore
io ti vedrò negli occhi di un ragazzo
che serie prenderà le mie parole
e seducente piegherà l’andazzo.

giovedì 23 aprile 2020

Futuro anteriore



Ad incidere l’aria cinse duro il suo plettro
pizzicando le corde del suo rancore
pensò i suoi movimenti dover essere quattro
ché non vuol tempo dispari l’uccision del dolore

Forse questa ballata di promiscuo metallo
vuole note gentili tessute dagli archi
e s’abbeveri al fresco torrente il cavallo
prima della battaglia ai temibili orchi

Contro cupa corrente ci travolge l’asprezza
che rabbiosa ci sfregia il volto ed il petto
sfonda già le difese la sua odiosa certezza
che non coglie pertugio più stretto

Nudo l’animo fugge, ferito, sul monte
non è saggio confliggere con nemico sì ignaro
si dei nostri atti e pensieri la fonte
si congeli di dentro il torto più amaro

Devi crescere diavoli, un esercito invitto
a travolger futuro quello che hai sempre avuto
dinanzi lo sguardo – con l’immondo diritto
di calpestare fiero ciò ch’è a lui sconosciuto

Prima di fare questo, devi vivere un poco
e coltivar nuove sentenze
ma da altura protetta, un segreto loco
non imprimere ad altre coscienze

ben più buie il lindore dei tuoi pensieri
non c’è sì persuasion che prescinda
da un soldato in presidio sopra tutti i sentieri
a impedir che lo stolto a violarli si spinga

La ragion della forza deve appartenere
a te che detieni forza della ragione
e dovrai piantare le tue bandiere
sopra i territori che or possiede il cialtrone

Ogni autorità ha giovato di questo
mai si è affermata solo con gli argomenti
giacché molti sfuggono all’animo angusto
che prosegue impassibile nei suoi intenti

Se tu non lo contrasti, facendo lo stesso
liscio lui vincerà, imponendo la legge
che presiederà poi al processo
a cui sottoporrà il nemico del gregge

E qui ben che saranno sprecati
funambolici giochi di belle parole
ci troviamo di già condannati
prima che dentro l’aula incedan le suole

Una lenta vittoria arride all’astuto
consapevole delle leggi del cosmo
che impari da ogni momento vissuto
ma ora viva di più, con distratto egoismo.

E ora gli echi di antiche saggezze
ci confortano su queste alture
diffidiamo di false promesse
di vittorie altresì, premature

Che non vietano però di vivere
proprio adesso in maniera migliore
il passato remoto che possiamo descrivere
è presago di un futuro anteriore.

venerdì 17 aprile 2020

Chiarezza dorme sotto una coltre



Mi porto ancora in giro lo spirito
intontito e saturo di sbattimenti
gli riconosco il suo merito
e il diritto di chiudere un tanto i battenti

volano per le finestre intuizioni
non sai ancora se portino oltre
il pensiero delle passate stagioni
chiarezza dorme sotto una coltre

senti ch’è necessaria una pausa
se nell’azione recuperante
vita – si rinnoverà anche la causa
verso un traguardo ancor più distante

sembrano scontri talvolta
avere qualche elemento nuovo
ma dopo l’analisi – nessuna svolta
e riconferma di quello che provo

sostanzialmente, d’esser nel giusto
che si ritrova impossibile a farsi
in questo secolo angusto
e attende il prossimo per liberarsi

mercoledì 15 aprile 2020

Negli abissi


Punisce vita ogni idea sbagliata
sopra il suo conto
in un sol colpo, o rata per rata
lei non fa sconto

la notte affiora la verità
dal lago di fuoco
brucia senza pietà
molto non scambi per poco

facce distorte dalla tua mano
che dà una mano al nemico
sale ingiustizia di un altro piano
sempre s'aggrava l'intrico

pare or che meriti quello ch'è stato
quel che sarà e poi ancora
qualche altro decennio stuprato
dimenticare l'aurora

volontà chiara di fare del male
cerca impossibile appagamento
in carne tenera il loro pugnale
invece affonda contento

guasta per sempre la tabella di marcia
devi ottenere comunque
quello che puoi – forte come una quercia
non sarai uomo qualunque

prevedi triste che non ci sarai
nel giorno della rivalsa
che un nuovo regno tu non vedrai
fuori da questa farsa

ma allor qualcuno saprà connettere
con il suo sguardo tutti gli elementi
che tu gli hai dato - e dovranno ammettere
quante altre cose saranno latenti

finita ben la ricostruzione
faccia sarà così atroce
che sol potrà prender piede un'azione
volta a riemergere la mia voce

e scatenarla come un vento crudele
fatto di vetro e di fuoco
e ancor di fango, che spazza le vele
e le consegna all'abisso immoto

paralizzati in fondo all'oceano
voi sentirete la buia pressione
impressionati da quello che creano

le mani mie - in libera azione.  

martedì 14 aprile 2020

L'ineluttabile


Mi avete reso un demone urlante
con ingiustizie in scala ascendente
e non c'è lento, né fulminante
modo di uscirne vincente

dacché presso di voi io dovrei trovare
quiete, felicità e riscatto
quando l'indole vostra può sol confermare
morte, mancanza e ricatto

parlate di “positività”
spargendo solo veleno
negando la vera eroicità
di chi è stato titano

quel che più conta, non lo capite
scambiate la polpa con la buccia
e ciò che è buono, voi lo tradite
perché sbucciare vi scoccia

quando, nel caso non fosse chiaro
buccia” son colpe acquisite
sono già i lividi sulla mia faccia
per quello che fate, per quello che dite...

quanti buon visi a cattivi giochi
(e quello cattivo era sempre il vostro)
feci – e avanzai coi miei lumi fiochi
mi vendicai solo con l'inchiostro

sicché nelle pieghe di questo corpo
ancora conservo tutto
e sono stanco, e sono un orco
un individuo corrotto

voi che sereni nella marmaglia
fate i frocioni col culo degli altri
mi dite “scordati quello che taglia”
ossia il passato...ovvero voialtri!

E lo farei ben volentieri
se sol ci fosse gente diversa
ma osservo un oggi che, come ieri

mi dà partita persa...

domenica 12 aprile 2020

Fede cangiante



Nulla del passato tornerà
ed io voglio sperar che sia così
vecchie bandiere devono affondare
inutili orgogli tramontare
falsari egoisti morire

che hanno traviato e martoriato
gente pura – e pure ciò, faceva parte
del gioco.

Non si torna indietro
nemmeno di un giorno,
la nostra evoluzione è irreversibile.

Io non parteciperò a nessun canto
corale, a nessuna celebrazione.
Non voglio, non sento, non devo.
Voglio essere lasciato in pace.

La mia fede cangiante s’intrufolerà
in cento pertugi, e chissà se troverà
mai più una stabile solidità.

Se non si fa nulla, l’autostima scema
ma qui siam forzati a non agire
sicché la mia penna mi verrà incontro.

Lo scavo io, il passato...e torno indietro
a discutere, per guarire. Non è finito niente.
Valori vanno invertiti.

Ci sono delusioni dalle quali
non ci si riprende più.

Ma grida la mia noia e il rimpianto
di squadrare il mondo con occhi giudiziosi
sentenziando argutamente

codesto è un diritto dei conquistatori
di viste vaste e penetranti

or non lo sono più, forse mai più lo sarò
ma tanto ho già messo in saccoccia
...fiorirà autonomo.

E mi difendo meglio, attacco meno
alla sprovveduta. E ancor piaghe
non son guarite intere,
una vita convalescente.

Ma ci sono storie da raccontare
e zaffiri e rami sacri…
lontano dalla mia amara coscienza.

La voglia di travasarsi in altri
d’in altri cambiarsi è alta.

Uscirò dai mio scomodo Io.
Prima o poi.

Monito del talento



Applicazione indomita stocazzo
se hai talento quello deve uscire
vedendo che tu fai le cose a razzo
e non ti stanchi e già vuoi ripartire.


sabato 11 aprile 2020

La forza altrove



Andrei ora a pigliar la forza altrove
nei lidi dell’azione sbarazzina
e astuta - e ‘l navigar tra mille cose
ma ingabbiata è la mia mattina

Non ho intenzione di cavarmi gli occhi
su testi che han più scatole che altro
per far passare quattro scarabocchi
d’idee che non ti rendono più scaltro

La conoscenza ha un costo, che poi varia
da come il tale autor l’ha elaborata;
come gli uccelli volano nell’aria:
così dovrebbe esserci arrivata!

Ma se il lavoro non è stato fatto
val meglio ritornar nella foresta
scavarsi un sentiero artefatto
che porti a panoramica finestra.

Si rischia meno d’essere ingannati
o ben plagiati da un non-fratello
che gli elementi ha male masticati
scartando ciò che è più buono e bello

Perché sua pancia non li digeriva
salvato ha quello che serviva a lui
ci dona una versione soggettiva
che non ci aiuta, e aumenta i nostri bui.

Scriverne un'altra





E ne vuoi scrivere un’altra
tenerti aulica compagnia
tra tutto quello che salta
e va in malora sulla tua via

tempismi sono perfetti
sembra una sceneggiatura
scritta da geni folletti
non si corregge la nera stesura

se destinato a inciampar, lo farai
proprio quel giorno, sopra quel campo
se un altro amico perder dovrai
non ci sarà ebbene scampo

nuova circostanza impose
tu stessi male proprio quel tanto
che pronunciassi sì, quella frase
presto punita dall’empio

che ne fraintese senso e portata
immerso in altre faccende
già dopo aver rincarata
la dose di mal, con parole orrende

se sali all’origine, stanno demòni
ad innescare la compresenza
di tratti incompatibili – e i buoni
soccombono alla nemica prestanza

quando poi all’apice della società
sta un organismo parassitario
quella a rilento, soffocherà
già, perché tutto funziona al contrario

e tu non credere ai rivoluzionari
della venticinquesima ora
che ora si svegliano, ma fino a ieri
hanno creduto a sta bella sòla

e chi si trova senza peccato
ben può scagliare la prima pietra
si troverà contro un esercito armato
che essendo coinvolto nel mal – non arretra

ma avanza omertoso a coprir le sue pecche
e fa combutta con i suoi pari
le maglie della virtù sono strette
e chi le vestì, pagò prezzi assai cari

che ora sì stanco, non vuol più scucire
ma giovar del vizio, nella distensione
guardare questo bel mondo finire
da una terrazza, col suo balcone

ma pur con la mentalità rinnovata
non si riesce a pescare molto
l’intera barca è così danneggiata
che affonderà prima del porto

e chiunque c’è dentro: vorresti scappare
con la scialuppa delle brave persone
invece devi imparare a nuotare
perché non sei tu che tieni il timone

la voglia di viversi è ancora grande
più che di mettere a posto le cose
vuoi un giardino senza nefande
api che ronzano, e senza accuse.

Divieto d'accesso



Energia e bruto egoismo
povera la riflessione
etico analfabetismo
pronta, istintiva reazione

Donano a queste canaglie
che poi si senton vincenti
mai stretti nelle tenaglie
- le loro? Inconsistenti...

Ed approfittano già
d’animi ben più complessi
e del brutto tempo che fa
nei loro abissi

Tu gli concedi l’accesso
fiero od ignaro, in devastazione
esposto come un fesso
alla sua vile azione

Già, perché oltre che ingiusta
e figlia di fraintendimenti
colpevoli – usa la frusta
su malridotti innocenti

Pesta sul solco che vita
già avea potuto scavare
dentro di noi, in lunga partita
dà il colpo di grazia, e lo vedi esultare

Come l’avesse ben guadagnata
lurida questa “vittoria”
che poi misinterpretata
anche da noi, gli consegna la gloria

Ci sentiamo inferiori, ché lui s’è affermato
su di noi, in tale modo meschino
quando giammai ebbe affrontato
simile al nostro un cammino

Né conoscendo le sensazioni
di ogni circostanza
passan le loro quiete stagioni
e mai non tengon pazienza

soprattutto con noi, di cui nulla gl’importa
e già ci lessero deboli
senza coglier se fossimo natura smorta
o la storia ci rese più stanchi e più fragili

Ma quando oramai il legame si è rotto
nol si riannoda mai più
e il tentativo può finire col botto
meglio non sentirsi più

Purificarsi, con tutti i mezzi
sciogliere le incrostazioni del verme
dentro di noi – e bloccare gli accessi
ad ulteriori conferme

Della sua chiara natura volgare
quando si esprime dannosa
solo perché l’hai lasciata passare
credendo di trarne qualcosa

Non te ne fai un bel nulla
già come nulla si fa lui di te
stampi diversi vi calarono in culla
da una parte sia lui, dall’altra vai te...