Io
non t’inganno, dolore eterno
eternamente
io ci riprovo
covi
malvagio sotto lo sterno
che
io stia fermo, o se mi muovo
qual
forte vento dovrebbe adesso
spazzare
questo campo di morte
non
puoi scappare lontano da esso
il
nuovo tempo non è alle porte
piante
aromatiche, e passaggi segreti
son
sparsi già per il mondo
tecniche
pratiche, concetti elevati
che
molti traggon dal fondo
ma
sono stanco di girovagare
per
scoprir che anche questo non fa per me
par
che imperterrito mi debba dare
al
fai da te
e
non vi stupiate se mi fido poco
di
quanto non fu studiato
già
sulla pelle, in loco
ma
ti propina un laureato
parlavo
di un vento forte
non
sento neanche una bava leggera
spesso
mi ritrovo inerte
ad
aspettare che faccia sera
con
i sentieri braccati
quando
ben altri dovrebbero aprirsi
gettando
gli steccati
ed
al mio passo intrepido offrirsi
o
la mia lacrima non finirà
interna
di lenire il tuo taglio
dolor
che indomito, senza pietà
mai
non mi molli per sbaglio
adesso
basta con la resistenza
voce
orgogliosa che mi reggi in piedi
voglio,
con tutta la mia presenza
uscire
adesso dai guadi
e
ancora sogno, m’invento, mi sforzo
d’immaginar
una vita diversa
ma
anche se afferro lo sterzo
non
c’è traversa
e
allora scrivi e tieni botta
rotola
sul calendario
ché
tanto a nave rotta
ogni
vento è contrario
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