Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

giovedì 28 dicembre 2017

L'identità non si estingue


La pianta si affloscia
o irrigidisce
sotto anni ingrati
il suo nerbo impigrisce
dinanzi a sforzi alienati

vi è il tempo debito del raccolto
la terra stanca non dà più nulla
se insisti, sol qualche frutto smorto
fin dalla culla

puoi solo muoverti, a un certo punto
sopra le basi di già innestate
sperando che bastino, reggano l'urto
e le sbandate

e ti conducano alla meta disiata
essendo migliore dei tuoi avversari
or solo puoi, con un'impennata
dar qualche perla in momenti rari

saggio t'accorgi di che ore sono
ma ancor t'inquieti di questo mondo
di crudeltà e d'abbandono
d'iniquità sullo sfondo

inesorabile il giudizio sbagliato
come ogni bieca persecuzione
di un innocente – e l'ostacolo ingrato
s'aggiunge ai molti, contro ogni sua azione

passioni di porci erompono fiere
toste a pretender appago e vendette
entrano e guastano le cause più vere
causano tante sconfitte

l'incubo incombe al tuo sonno
ed un cavallo ti carica astioso
vuol esser forse un accenno
a ciò che aspetta un uomo famoso?

Più in alto hai puntato, più nemici tu hai
e quanto a tirarti indietro
sai, per orgoglio, non ci riuscirai
t'aspetta il bosco di vetro

vita da monaco ti è suggerita
da chi l'aveva nel sangue
la proiezione è sempre inserita
l'identità non si estingue

ma puoi comprendere per riduzione
già tutto quello che ti sta di sotto
che è meno complesso, ma l'estensione
invece non ha mai dato profitto

intendo dire che vi capisco
già mentre voi non capite me
ed è così che ora io mi arrischio
a conquistare il trono del Re

sol di lassù un'anima piena
può non subire ogni strale all'intorno
ma indirizzare la scena

finché tramonti quest'empio giorno. 

domenica 24 dicembre 2017

Dice il sapiente



Stolto vanaglorioso
uccise penne nere
di veleno le intrise

Patria mancante
e storica contingenza privò
di azione liberante

Così confuso ancora
d'impresa che tuttavia fu
fierezza è scolorata
parole son tabù

Ti chiedi ancor di essere
quasi universale -
il quadro che vuoi tessere
è forse surreale

Laddove sei pietoso
e indulgi con te stesso
arriva secco, odioso
l'aratro del tuo prossimo

quando lui è clemente
tu per i fatti tuoi
sei cinico supplente
e picchi fin che puoi

Accetta imperfezion
d'ogni progetto
non devi essere tu
quello che chiude il cerchio

tu prendi quel che hai
o non avrai niente
e niente non sarai
dice il sapiente.

venerdì 22 dicembre 2017

Verso la tua vita



Sembra che il fato ti lanci avvisaglia
lui che si mostra ai punti di svolta
allor che il conoscere non ti attanaglia
né attira più - come era una volta

quando sol restano i colpi di coda
della preoccupazione tagliente
di chi per errore, ignoranza, per moda
ti giudicasse negativamente

ti sentivi più forte e quasi irrorato
di una fiducia mai vista prima
che con l'anno nuovo avrebbe cambiato
musica - e avrebbe condotto in cima

ma scabra un'ondata di pessimismo
ancor proveniente da umana miseria
la stolta fiumana dell'egoismo
ti sprofondò in una crisi seria

tutti si negano biecamente
fieri al perdono, al coraggio, all'aiuto
vogliono aver senza rendere niente
sputare senza ricevere sputo

con queste pietre, come potere
tirare su il castel principesco?
con qual diritto, quale dovere
ne partecipa l'empio, si sbatte l'onesto?

Si ripresenta idea più modesta
quella di scrivere per chi rimane
giusto nell'epoca prossima e arresta
con la sua forza la torma infame

quel che tu fai per necessità
del resto, di guadagnarti il pane
ma in modo alienato, sempre cadrà
falsa partenza non può finir bene

e allora il dubbio ancora ti sprona:
è giunto il filosofo al fin della via?
questa è la giusta campana che suona?
siam pronti all'azione, e sia quel che sia?

proprio le angustie di quel concetto
quel del perdono di stampo cristiano
ti rilanciavano a scavar qualche annetto
in questo mistero del genere umano

laddove il malvagio trova sollazzo
nell'esternare ogni mal percepito
il buono sente sgradito imbarazzo
e se lo tiene nel cuor, fino a quand'è ammuffito

si prospetta rivalsa in un 'regno dei cieli'
la posizion prediletta
spetti già agli 'ultimi', ossia ai più fedeli
alla causa di render la vita perfetta

ma la natura fu falso porto
anche stavolta - non ti dissero niente
pinete e lagune, cui ti eri rivolto
per ispirarti e affrancare la mente

so che ti vogliono piccolino
servo illegittimo, scoria passiva
ed arrestare un grandioso destino
animale travolto, riverso a riva

mortificar la potenza inaudita
se tu non lotti, ci riusciranno
devi fare di più, per aver la tua vita
e condurla all'apice: devi esser tiranno

poiché tirannico è questo mondo
con la sua mola, e ti schiaccia imperioso
in fondo a tutti i terreni che sondo
vi è pietra dura: un sostrato impietoso

tenero conservando il nocciolo
mi volgo perciò a indurire le scorze
devo adattarmi a ogni tipo di suolo
senza più 'ma', senza 'forse'

ma forse era parte ben dell'impresa
anzi lo dico ormai con certezza
il viver nel dubbio, quando l'offesa
era oggettiva: ma spingeva in altezza.


venerdì 8 dicembre 2017

Gelo dell'oltre


Le conoscesti allor
vedesti poi

rigide spine d'essere un altrove

quiete s'intingono in ogni musica d'accatto

parente di un tuo lemma di anima

che interpreti

con passione inaudita


non trovasti mai appartenenza

non può oltreuomo darsi a tradizione

né tradizione intera darsi a lui


sbocconcellar pezzetti tu dovrai

interpretare ovvero sovrastare

ad ogni cosa data


hai visto bene, quei nostalgici
sono nemici, devi guardartene

un di loro ti umiliò poggiando un piede
sopra zoccolo tradizionale
un sull'altro, ancor più antico

niente di autogeno
mentre tu...

avresti costruito tutto quel che è stato prima
senza che ci fosse stato, e forse senza i suoi errori

ora rifacciamo il mondo, e abbiamo
tutto il tempo del mondo

il cavallino ribelle ha rotto più regole
di quante sospettasse ce ne fossero
ed il dazio gli ha permesso di capire

adesso il cuor si taglia
ma è saggio e non spaura
sei tu il padrone, di lande inesplorate
con gli animali devi vedertela, con le piante,
i fiumi e i pantani, non con gli uomini

abbandona il rimpianto ingannevole
della compagnia – erano nemici

ora sei solo e non devi mentire

né dire la verità.

sabato 2 dicembre 2017

Costa rocciosa


Come uno scoglio nero di pece
erompe allor che marea si ritrae
sopra le onde apparente è la pace
pensier da esso mai non astrae

Marea è la vita superficiale
strato d'oggetti che ti trascina
forse in un clima meno spettrale
più che un oceano, una piscina

Ma dacché avvezzo alle immersioni
sempre sei stato - e stanco tu fossi
la crudeltà della vita ti sproni
a discoprire i mostri rimossi

Forti del ruolo in società
e sottoposto ogni nobile al torchio
posson con fiera mediocrità
cinici imprimerti il loro marchio

Che conterrà l'infamie più gravi
a quel che fu, diametralmente opposte
quel che subirono forse il lor avi
ora lo infliggono a noi nelle coste

Quando ritrovi la tua bandiera
e senti orbene ancora chi sei
sai cosa vuoi e la rabbia più vera
risveglia in petto gli antichi eroi

Senti la linfa che vuol continuare
questa battaglia nell'eternità
sino a che il ver non si possa stagliare
incontrovertibile nella realtà

Giacché rivalsa non si concede
a chi non può mettere nei suoi panni
tutti i peggiori di lui - e non vede
fine alla gogna, figlia d'inganni

Mai non ce la giocammo alla pari
trappola lercia t'incaprettò
per impedirti di dare ai somari
giusta lezione, o di farne un falò

Però il dolore esprime saggezza
nella misura in cui non finisce
finché non hai tolto dal quadro ogni macchia
falsa - che l'occhio intristisce

E fino a che vita non ha svuotato
le sue più dolci brocche anche in te
sinché ti senti disidratato
vuoi divenire al palazzo del Re

Vaghi ancor - e turbolento è il tuo moto
non trovi quieta tabella di marcia
poni la fede in suo loco:
devi scoprirla con la tua torcia

Potresti leggere o andare dovunque
perso nell'immensità - sei
e non alletta obiettivo qualunque
cerchi una totalità

Limitatezza di mezzi, cattiva
può tornar buona in ordine a questo:
che non puoi acquisire l'intera cultura
sarà una cernita di testo e contesto

Quieta fusione d'Oriente e Occidente
deve far savio l'uom passionale:
qual desiderio deve la mente
cinica elidere, qual appagare

Tale è fatidica soluzione
all'esistenza inquieta dell'uomo
non l'ingordigia, la sfrenata ambizione,
non l'apatia, non l'abbandono.


venerdì 1 dicembre 2017

Sul deserto


Quando ti poni
il problema, ce l'hai
non puoi che accettare la sfida

Che non sia debolezza che denunci
non può la carta confermar lo stato
sempre sia nuova fibra, che tu annunci
a rafforzare il braccio consumato

e consumasti bene i tuoi scarponi
gli occhi ed il cuore e il fegato scoperto
mai non trovasti in giro quei mattoni
fatti per costruire sul deserto

Epigramma



Teoria, prassi, strumenti
storia, problemi e linguaggio
d'altri settori e talenti:
rendesti loro il tuo omaggio

Si, ti affacciasti a questo e a quel campo
senza poterti inoltrare
la volontà ti spingeva di fianco
sempre diretto al tuo mare

A qualsiasi autore


Dopo due righe hai rotto i coglioni
dopo la quinta son pieni i bidoni

dovrebbe Lettura esser luogo di festa
ma tragico è leggere quello che resta

per quante occasioni ti siano concesse
non riesci a darmi grande interesse

ti illudi ingenuo d'illuminarmi
riesci soltanto ad appesantirmi

non sento farfalle che librano in alto
ma ferri ai miei piedi a impedire l'assalto

al grande Palazzo Concettuale
a cui la tua guida non è certo ideale

non sento realtà scompaginata
né bravamente l'hai rimontata

acché fluisse di luce superba
senza residui di spinosa malerba

(alt. senza residui strati di merda)

inventi poi storie 'illustrative'
di ciò che è accessibile ad anime vive

e che può esser detto in quattro parole
senza un profluvio di fango che piove...

Prima di leggere qualche testo
dovremmo aspettare che manifesto

sia diventato vent'anni dopo
di ciò che è importante per uno stato

che sopravvissuto sia dunque alla bolgia
unica luce che il mio guardo distolga

dalla mia vita - che illumina meglio
di chi pretende di renderti sveglio

ed essa si spanda ben nel futuro
che solo da lei tu proceda sicuro

che sopra di lei se ne scrivano tante
la sua sostanza somigli al diamante

e che continui a reggersi in piedi
che per quanto tu sia piccino la vedi

nelle sue gamme più grossolane
e cribbio - come le tagliatelle nostrane

ti piacciano ed abbiano chiaro un sapore
che tu chiami <<classico>> senza timore

questo è un libro che merita tempo:
il tuo - tutti gli altri gettali al vento.

Nuova Atlantide


La foresta non ammicca più -
di segreti fascinosi
nell'oscurità laminata
dai raggi solari
che la trafiggono

l'occhio s'è fatto stanco
l'energia esploratrice deve
attingere da altri organi
salire dallo stomaco
dai muscoli
dall'ossa

la vita aveva emerso
dal tuo spirito un'Atlantide
che dava spiegazione
ad ogni fenomeno superficiale

è tornata sepolta dall'oceano -
non sei più così vivido e prensile
il ricordo di ciò che non afferri
ti chiama stolido e ottuso

ma quali sostanze ci possono aprire di nuovo la mente?

Alletta più la chimica, di una nuova esperienza
dato che da questa, siamo già passati

abbiamo cinque prudenze nel toccare
il terrore, che ancora ammicca
sotto tante superfici

vogliamo dominarlo
a dir bene non provarlo
come tutto ciò di cui si è all'altezza

ora è
atrofia sentimentale
la passione chiama in aiuto la mente
per reinventarsi

c'è ancora tanto d'immortale
da acquisire

non mancheremo
all'appuntamento

ci costruiremo il nostro incontro galante
con ciascun pezzo amabile - di realtà

Nell'acqua grigia


Credo mi rivolgerò
al vagabondaggio
ed al ristoro del palato
poi guarderò luci
antiche e nuove della città

Federico riesce ancora ad abbagliarmi
fulgente

fu perla e perla rimane
ma non può cogliermi come io lo colgo

ed il suo soffio è insufficiente
a dilacerare le nubi fosche dell'oggi

moral non hai risolto
fu tragico il Novecento
così la vita mia
nell'animo irredento

bisogna adesso superare pessimismi
più profondi
amare una versione della vita ancor più ardita
conquistare piaceri più intoccabili

ed oggi l'uomo di penna
ha perso il suo prestigio
di libertà e moneta
ha perso il privilegio

e spande l'universo
e le sue interpretazioni
accelera la storia
un vortice perverso

annego senza fondo
che forse io mi trascini
arricciando fronzoli a quanto
di significativo ho già detto?

Che io possa sol profetizzare oltre
 - ma non oltre andare?

Che spetti a te, giovane baldo di domani?

Che io veda in te le scarpette vivide
che tanto mi mancano?


domenica 26 novembre 2017

Chiara confusione



Staccare la puntina dal disco
e lasciarlo girare
per un poco non sentiamo
quegli stridenti orrori

sono grezzi e vividi
cantati male, sono in presa diretta
dalla fogna del mondo

non sono ancora opere d'arte
che dan gioia e redimono

ma stacchi la puntina
e ti senti spaesato
non riesci a cogliere
secchi arbusti spinosi
per trapiantarli nella magica serra
dell'arte dove un mago
li trasforma in meraviglie floreali

potere, voglio potere
sento l'istinto del piacere
e mi piace la sua inesorabilità
che sbaraglierà moralismi criminosi

nel proteggere innocenti, si salvano colpevoli
e si mietono altri innocenti
questi i frutti del generalizzare

non sai quanto partecipare dell'affermazione terrena
poichè essa sporca, rende incompleta
la rivalsa ultraterrena

sarà la vicinanza dell'azione a suggerirtelo
non scervellarti a-priori

quale promiscuità di passioni e tagliole
impone l'esistenza
a una vita che si vorrebbe lineare

alla fine il travagliato gomitolo
dall'intrico assoluto diverrà linea retta
verso il Sole

essere un poco gli altri
partecipare delle loro percezioni
è illuminante e desolante

è necessario
per la vittoria

ma ti accorgi di quanto materiale
dovresti triturare nelle tue fauci intellettive
digerendo ogni elemento con i tuoi succhi

voglio una cilindrata più alta

e ancora la semplificazione ti attrae perché
consente l'affermazione, ti fa sentire sufficientemente pronto
sbarazzino, positivamente arrogante

ricorda di non scartare nulla dall'arsenale cosmico
dal momento che devi risolvere il cosmo

tutti gli amici si dileguano, perché tali non sono

e abbiamo ribadito in tante salse la stessa minestra
anche con noi stessi – dal momento che resta indigesta
e il convento non passa altro

andiamo alla ricerca d'ingredienti migliori e studiamo l'arte
culinaria per arrangiarci ma ci sono regole che ci sbattono fuori

l'ultimo viaggio serale sulle colline ha dato esiti azzurri
era tanto che non conquistavamo un ottimismo così efficace
che il dolore non era così tanto assimilato da poterci sostenere
come legno pregiato nel tronco, e volgerci stoicamente
a nuove imprese e nuova vita
più abili e ben grati
ad ogni stilla positiva

come ci siamo scolpiti nel crogiolo del male...

avanti, sempre avanti,
fortissimamente avanti!


venerdì 24 novembre 2017

Al luogo per cui siamo nati


Ci son tanti scandali al mondo
tra mille annegano i tuoi
se a bieca morale mi arrendo
sarà fine per gli aristoi

Ma già mi giocai quasi tutto
partita finì molto male
tragedia del Vero sconfitto
fu il mondo reale

Conviene già alzare la posta?
Davvero ora non ne convengo
paziente sarà la risposta
ché a vincer, ci tengo

Però qui ci bracca il presente
e strale è il passato e il futuro
siam persi nel limbo del niente
le spalle, al muro

Son vicoli ciechi all'intorno
balugina all'occhio l'inganno
e siamo più vecchi di un giorno
di un mese, di un anno

Si stagliano cinici i cocci
sì della vergogna - nel cuore
ci stringono gli organi i lacci
del disonore

Saggezza li strappa imperiosa
non siam giunti qui per inerzia
già perché la strada è in discesa
ma scalando il Monte Giustizia.

Si scivola ai ripidi greppi
Demonio ci vuole atterrati
ci portano istinti reietti
al luogo per cui siamo nati

Una forma premessa



Ancora i sensi godono pezzi di città
mentre sfuman le basi dell'esser felici
l'ambizione e l'amor voglion stabilità
solo il verso conserva buoni auspici

proiettava un romanzo luci di successo
allietava un lavoro l'angusta coscienza
ma del primo una trappola era l'eccesso
del suo verbo - e il secondo una mera apparenza

e di nuovo annego nell'immensa Cultura
resta impenetrata fortezza
il suo aspetto fa ancora paura

impossibile smaltirne la stazza
questo tarlo in eterno perdura
una forma premessa.

mercoledì 22 novembre 2017

Infinito canneto


Ancora oceani
la penna brama

qui solo una pozza stanca
e salmastra soffre
confusa

La notte grida chiaro
il suo malcontento
la nostra umanità ci rimprovera
trascuratezze

Molti s'illusero di fare la storia
e la subirono
ma fu liberatoria illusione
l'azione

Autori tanti
son più colti che vissuti
e nei loro tessuti
militano troppe voci estranee

ne esce un cilindro
da cui può uscire di tutto
tanto, superfluo...

La prepotenza della vita
sola può metterti in condizioni
di porti una domanda
d'accettare un sacrificio
e una condizione
d'intraprendere una strada
e una svolta

siamo molto meno liberi
di quanto pensiamo
estraiamo virtù meccaniche
eppure virtù

Voglio la vita! Voglio brillanti!
Mi voglio brillante!
Scacciare la noia adesso!
scacciare la morte...

Ci sono segreti nei libri
ma sono stati nascosti entro labirinti polverosi
e stantii
torna alla fonte...
lo stesso segreto
costa di meno
e illumina di più

Ma voglio altri pesci, altri pesci!
Adesso.
Ma non voglio pescare...con questa canna esile e stanca!
è ora di reti a strascico
di granate subacquee
di prosciugare il lago
di rompere le regole
è la soluzione a molti enigmi

perdenti bacchettoni,
vi è un barare giusto e audace
che riscatta da una frode

sono un intrico di frodi
un saldatore di ammende
nutro le sanguisughe dell'anima

ma sono anche e sempre stato
il pioniere di nuove libertà
e bizzarri godimenti

ci sono altri altipiani
e piani d'ammezzo
e anfratti d'orrore
e posizioni mai assunte

c'è sicuramente un antidoto
alla noia universale
un trucco che sbaraglia
ogni pigrizia

Ricordo la notte che gridava...
dalle un buio migliore
Non cercherò, io troverò.

Sempre l'interno tiranno
rialzerà la testa
pretenzioso

La vita avrà quel che vuole da me
Io avrò quel che voglio dalla vita
Lei andrà oltre me
Io andrò oltre lei
ma chi si ama, non mi segua

Da oggi in poi,
collezionerò canne...


martedì 21 novembre 2017

Ciottoli



un fiume che scorre verso una foce
non può curarsi dei ciottoli
che trascina nella sua corrente
né di quelli che restano
a un certo punto in disparte
spaventati dai suoi gelidi turbini

l'acqua gradisce la compagnia
d'altre sostanze, ma ne viene a dir bene
sempre intorpidita

e quanti sassi l'hanno scaldata davvero?
Sicuro di non poter fare a meno
di queste stufette malaccorte?


Assolo

Non mi sento di rappresentare nessuno
che non sia io stesso

la politica è impossibile

l’immersione nella Cultura non ha niente
di liberatorio, di estasiante, di veramente piacevole

niente di comunitario, di avvolgente, di espansivo
del proprio potere

anzi ti sommerge di stolidi concetti, di realtà impenetrabili, di incomprensione di processi che non rispondono alla tua esperienza

di visioni lacunose, di domande senza risposta

non vi è niente di ‘divino’ in ciò

l’antichità non ci è amica
così coloro che ne parlano

quel marasma di miti è una brodaglia indigesta,
non illumina affatto

e non voglio andare oltre una superficie che non mi appartiene, che non è bella

inoltre tutto è raffazzonato, trascelto, interpretato in chiave moderna arbitrariamente

la modernità è altrettanto confusa e litica

io sento le impronte animistiche differenti
che ciascun autore imprime ad un tema

mi sento da lui distante

servono metodi nuovi,
tocca solamente, assaggia, odora… quello che il mercato propone, compresi testi pretesi iniziatici e misticheggianti

lo speciale è normale
assai insoddisfacente

diffida di tutto e di ciascuno
difenditi bruto dalla spocchia altrui

niente è fatto su misura per te
la gioia è per ora nella creazione

quel che fanno altri, tu subisci

e dentro troppi testi vi è guerra perduta
la parziale vittoria dell’autore
non è vittoria tua

costruisci il tuo Bello

io so che devi elevarti sopra chi ti impedisce la tua battaglia, il mondo borghese

ma contemporaneamente devi serpeggiare ed elevarti sopra gli altri combattenti dall’animo alieno, spadaccinando con quelli più importuni, all’occasione…acché caduti si tolgano di mezzo e tu prosegua redento…

sabato 18 novembre 2017

Non dubitate


Filosofia s'impose alla storia
e la piegò nella Nave in Frantumi

tutto già stava saltando in aria
fidarmi dovevo sol dei miei lumi

non importavano in quel frangente
né l'esattezza né la precisione

ma una visione d'impatto potente
marciante verso una soluzione

or m'imbarazzano quelle tirate
non aveo il tempo di documentarmi...

sentivo il Mondo, in quelle giornate
pronto a schiacciarmi

un  bieco vortice s'era innescato...
seguir la catena delle intuizioni

dovevo - per essere ricordato
e scandir parola su quelle questioni

mi si accalcavano nella mente
non le potevo fermare

meglio era essere un astro vivente
ben più la vita mi poteva ispirare

piuttosto che la paziente lettura
di cui non c'eran le basi intorno

di me il sistema aveva paura
e m'impose di scrivere tutto in un giorno

forse intuiva che sarei arrivato
a sbaragliare ogni nodo

alla tenacia devo essere grato
e d'esser bollito in quel brodo

deve il lettore perciò perdonarmi
quanto è distorto, o ancor folleggiante

ero a quel tempo un filosofo in armi
dentro un conflitto allucinante

là non scomparve la lucidità
e i nervi erano saldi

dovevo fare un passo più in là
verso soli più caldi

così inciampai nei tronchi del fato
o nelle sue bave taglienti

oltre gli errori si è conservato
forte lo spirito nei suoi intenti

quel libro deve restare com'è
e sarà un'opera <<giovanile>>

che lungo i secoli avrà il suo <<perché>>
e sarà dura a morire

se morirà, io non piangerò oltre
potrei ben esserne io l'assassino

lavorerò - saggio - fino alla morte
al prossimo libriccino

dovete lasciare ai giovinastri
i loro scazzi, i loro svarioni

dopo diventano scaltri
se dentro sono campioni

ho cavalcato tosto il serpente
ho attraversato il cancello

ritornerò in mezzo alla gente
quando sarò un vecchierello

e avrò imparato quel che c'è da sapere
memore di scorribande avventate

eviterò di cadere,
non dubitate.

mercoledì 15 novembre 2017

Brutto ceffo


Vaghi per queste strade
gemi turbolento, di una meta mancante
di un orientamento imperfetto,
di un tutto da conquistare

conta che pionieri le hanno costruite
verso una meta ancor più latente
scoperta per gradi
e forse ancor più ambiziosa

gigante sulle spalle di giganti
spianerò la strada
al gigante di domani

sconsolato di sorte ingrata
credendo ormai all'uniformità spietata del destino
non sai che ci sono fonti da cui la vita
zampilla generosa anche per te
da qualche parte

tutto sta a vedere, se si può guarire il tempo
cioè il corpo infelice, ossia
la stratificazione maligna
dello spazio

la Storia viene a noi lenta
da libri limacciosi
ma sovvien da essa
il proposito di scrollare
dalla spalle del mondo
i residui dell'ego(ismo) degli antichi,
tutte le scorie, le impronte, che hanno lasciato
ai monumenti, ai luoghi, alle carte,
ai costumi, alle istituzioni, ai dipinti...

quanti si sono voluti eterni a sproposito
poiché perfetti non erano
e prima o poi le lor effigie
andranno raschiate via dai fregi

non aver sempre premura di essere giusto
forse questo non è giusto
dal momento che tutti sono
atrocemente
ingiusti

e talvolta ci sono delle accelerazioni
nello sbrogliarsi dai problemi
pretendi nuovi scenari innevati
di canti gentili e freschi
di gente accattivante
e che ti ha già giudicato bene

mischia la storia col mito
e la realtà con l'idea
purché il risultato sia bello

l'istinto ha sempre portato gli artisti
in questa direzione

un brutto ceffo come il Dolore
chiede troppo, se pretende fedeltà.

Spine


Puoi rivalerti e hai remore al collo
che ne risenta lo stile
rendersi odiosi ti mette a mollo
nel loro spirito vile

trattieni tu internamente la spina
non puoi strappartela adesso
ma ciò che impari, da essa sublima
e al paradiso prepara l'accesso

ci sono leve d'immane portata
le han costruite i millenni
sforzi di un'anima tormentata
maestra di sordidi inganni

ebbene da questa devi copiare
ma dalla parte corretta
potrai la spina al tuo fianco strappare
fuori dall'era corrotta

sii affezionato alla tua sofferenza
sol questo affetto affeziona
curala come un'amante perversa
ti renderà roba buona

quando sarai tu a padroneggiarla
dopo un amplesso infinito
di lotta truce, potrai scaricarla
sopra qualsiasi nemico

non è viltà – poiché non è rinuncia
bensì accettare la sfida
posta dal male, che non si denuncia
lo si sconfigge per strada

un male più forte di cento misure
se accetti di crescer per gradi
puoi eguagliarlo sulle pianure
nelle foreste, sui monti, nei guadi

l'estremismo consiste nell'accettare
per sgominarlo tardivo
il compromesso che non puoi evitare
verso un trionfo definitivo.

Altri può sol fare il morto


Trent'anni di solitudine scabra
trovaron risposte ardite
per arte dei tuoi abracadabra
son quelle pagine del tutto perite?

Poi convogliò il tuo fiume pensoso
dentro una storica 'sacra' famiglia
se ne scostò con un moto bilioso
qualche anno dopo, or che venne la sveglia

Malinconia offesa prese il suo posto
e ti accorgesti di essere solo
illuso che fosse molto più vasto
l'armento che dorme sotto il tuo cielo

Fu profondissima delusione
ti rese inabile omai alla battaglia
t'uccise l'anima quel cieco plotone
ma dovresti esser tu, invero, quel che lo striglia

Raro è rimpiangere la paura:
deve il coraggio averti davvero
portato agl'inferi, e dritta sicura
risulta falso chi è troppo sincero

Il doverismo ha sforato in eccesso
si conservò nella dissacrazione
che condannava in primis se stesso
quindi ogni altro concetto buffone

Hai sostenuto ciò che spettava
a mille schiene, che avrebbero ucciso
quel male che tutti un po' ci piagava
però sei stato solo frainteso

Vuoi abbandonare adesso ciascuno
al suo destino, senza conforto
il salvagente è solo per uno
altri può sol fare il morto

Come lo ha fatto per tutta la vita
dinnanzi alla filosofica sfida
si è risparmiato l'intera partita
solo si merita che un'onda l'uccida

E che si ricordino immagini brutte
come il cadavare riverso a riva
di lui – e come quella siano un po' tutte
di chi in mezzo alla tempesta dormiva

Ora mi addormo io, e sono serpente
devo esser lucido, cinico, astuto
sguignolo tra chi non merita niente
un animale cattivo e muto.

mercoledì 8 novembre 2017

Abilissimi serpenti


Il mattino che smaga
polveroso

Il sentiero della filosofia
scolora, e grigio avanza
di spini inelutti

Impotenza della parola
dinanzi all'Immagine
e al Suono

Terreni non dissodati
nei libri altrui
realtà non scremate
danze mancanti
sconnettono gli occhi
ed il cuore

Pensi ad inseguire solo
ciò che dà piacere
che ti trascina prepotente
soverchiando l'intorno,
che ha vinto una battaglia
e di fatto ti ama.

Il Pesce
che abbocca volontario
a tutti gli ami

Il Viandante
che raccoglie sacchetti
di spazzatura
e ne fa spuntini

hanno attraversato
il mare e la terra
e non sanno
se se ne vogliono padroni
o abilissimi Serpenti

Il prossimo si distacca ostile
senti il suo gelo
sai che non è pronto
per il tuo fuoco

Devi capire
cosa è l'estetica

metterai una mina
tanto in fondo
che nulla potrà restare in piedi

Questo sia,
il resto passi.

venerdì 13 ottobre 2017

Il nocciolo più vecchio


Futur che non diventi mai presente
consumi la speranza nei miei mezzi
ma un universo è ancora qui, latente
oltre il coraggio di usar nuovi attrezzi

Nessuno è interessato alla potenza
che ancora non è diventata atto
riscatta tu un mistero della scienza
misteriosa è la scienza del riscatto

Legge pare già quella di arrangiarsi
di rado troverai un allenatore
che analoghi obiettivi si sia posti
o che non voglia già condurti altrove

Cura i risvolti amari del passato
ma al pubblico non farne più menzione
non ne sarà giammai interessato
se fulgido non splendi sul torrione

Se a lui  non dai speranza di riscatto
se non lo colmi di piaceri e doni
perdonalo di ciò che non ha fatto
allor che i giorni tuoi non eran buoni

Ed usalo già come lui ti usa
poiché non siete amici nel midollo
la cosa non dev'essere confusa
ma neanche devi rompertici il collo

La maggior parte è pronta ad afferrare
distrattamente, i dolci più gustosi
appesi al tuo nuovo albero a Natale
gettar l'incarto e andarsene festosi

Se poi qualcuno mai non ti perdona
di essere apparso o pur di essere stato
tu non considerarla gente buona:
per la tua causa, quello va scartato

Puoi solo realizzar ciò che di meglio
 - e sono ormai vent'anni che ci provo -
possiedi e dorme e vuol tenersi sveglio
il nocciolo più vecchio, che ora è nuovo.






domenica 8 ottobre 2017

L'Interesse


Mi sbrigassi a scrivere sennò sparisce
anche dal testo di una poesia
il suo fresco fuoco immeschinisce
non appena l'ossigeno fugge via

a tirannide associa presto il suo nome
dacché non vi è nulla di più perentorio
del lunatico istinto delle persone
sempre rivolto a quel che è primario

se lo forzi a leggere, la mente chiude
e non digerisce nuovi concetti
se è qualcosa di scabro, cui il testo allude
quella fugge rapida saltando sui tetti

se emotivo ricatto o la forza bruta
lo costringono a passi di volontà estranea
un rancore intimo di mole inconsueta
cresce dentro di lui – e la vista è cutanea

così raro è che il vostro, a quello mio combaci
e ancorché temporanea, alleanza sia fatta
raccogliamone i frutti: ma siamo veloci,
si prospetta più lungi una piena disfatta

chi si sforza, appaghi dapprima se stesso
non si aspetti nient'altro da quel che ha creato
che un'immagine bella vista nello specchio
ma non si premuri d'esser scelto ed amato

m'interesserebbe un finale brillante
che costasse poco, e sarei più contento
non vorrei che il lettore, quando glielo rammento
dicesse "quel giorno, più non lessi avante".

domenica 1 ottobre 2017

Lo difenderemo




Ancora mi infesti il torace
orrido liquame

la sincerità è ancora
una scommessa tagliente

prezzi da scucire
non saranno comprensivi
della nostra indigenza

il dubbio cadenza
il suo ennesimo ballo
in noi

smagati dalla musica
discettiamo sulla musica

su tutto ciò che resta
e quel che tracola via

vogliamo che il caso
di un artistico incontro
tinga di flebile speranza
questa nera palude

non sono stati sempre così postumi
gli uomini di domani

ma adesso l'arte deve
aiutare con le sue fantasiose ghirlande
e i suoi balsami il duro stoicismo
che già a sufficienza ci compete

noi non competiamo più come una volta
abbiamo sette pazienze, cinque astuzie
e almeno due o tre colpi risolutivi

eppure prego dio che mi si lasci un fazzoletto
di pace

ancora più basso e fangoso e squallido
fu il sentiero che identificarono
alla nostra anima

quale fonte di biliosa ispirazione
ed immorale rivalsa

ma tu che avresti dovuto
porre dieci lenti, a correggere il misero occhio
del giudice, deformar le lettere a che lui le vedesse diritte
hai invece enfatizzato quelle storture
in una caricatura mostruosa

che avanza disarmonica ed elefantiaca
su tutte le sponde di tutti i fiumi
su tutti i sentieri e gli sfondi

e per sempre ancora si trascinerà
gridandoci periodicamente in faccia
il suo orribile volto

di nuove superfici dovremo splendere
affinché il valoroso nucleo non soccomba
alla malattia dell'apparenza

di queste impalcature
lo proteggeremo

fino a che la forza e l'occasione
non gli diano il destro della riscossa

mi chiedo oggi donde davvero
sono partito?

Quanto ci mastichi ogni giorno
cinica bocca dell'esistenza?