Islanda

Islanda
arcobaleno sotto la cascata di Skogafoss in Islanda

venerdì 30 ottobre 2020

Postille al manifesto (II)

 

Cosa pensare di questo frammento...

    Agli uomini dei quali mi importa qualcosa io auguro sofferenze, abbandono, malattie, maltrattamenti,
    disprezzo - io desidero che non restino loro sconosciuti il profondo disprezzo di sé, il martirio della
    diffidenza di sé, la miseria del vinto: non ho compassione di loro, perché auguro loro la sola cosa
    che oggi possa dimostrare se un uomo abbia o non abbia valore - gli auguro di resistere...
 
Friedrich Nietzsche, Frammenti postumi
 
 
Siamo dinanzi all'ideale eroico, figlio legittimo di quell'epoca. Reazione al pessimismo precedente e ad altre correnti. Tuttavia, vi è in esso un'ampia sopravvalutazione del detto VULNERE VIRESCIT VIRTUS, e una corrispondente sottovalutazione del ruolo dell'amore e del conseguente benessere nel far fiorire e fruttificare la Virtù. Le asperità della vita fanno soccombere il debole e costringono l'uomo virtuoso a tirare fuori tutto quello che ha, al fine di sopravvivere e portare avanti le sue cause. Tuttavia, in nessun modo questo può aumentare il quantitativo naturale della virtù di un uomo, e pone ad essa solamente dei gravosi ostacoli che di fatto sperperano parte delle sue energie, oltre a logorarne la salute: e nessuno può sostenere che questo favorisca il raggiungimento degli obiettivi, senza i quali, beninteso, nessuno abbisognerebbe di essere virtuoso. La sofferenza fa crescere solo nella testa, ed anche questo perché molte delle pulsioni naturali vengono qui trasferite producendo i dedali della riflessione, specchio della complessità del reale entro cui il virtuoso è chiamato a muoversi ed è spesso impossibilitato ad agire direttamente. Ma se questa realtà fosse un poco meno complessa e ostile, orbene se l'elemento esterno fosse più conciliante l'elemento interno, che chiamiamo virtù, se fosse quindi anch'esso virtuoso, ebbene, tale crescita interiore sarebbe superflua e l'uomo potrebbe esplicare la sua virtù, aumentando il benessere generale, ovvero il suo e quello degli altri, con molta meno sofferenza ed infine, in una corrispondenza perfetta, senza sofferenza alcuna. 
Il cuore umano necessita, per stare bene, di esperienze OPPOSTE a quelle elencate da Nietzsche: in sostanza necessita di essere curato ed amato per essere più efficiente. Sostenere che la sofferenza fortifichi è invero assurdo, dacché una pianta giammai innaffiata e posta lontano dal sole potrà - per quanto forte - solo appassire e seccare, ed appoggiarsi, per crescere, a strati di rancore sclerotizzato. Il forte è più forte se viene amato, e la sua magnanimità naturale fa sì che egli ripaghi a chi gli giova con una dose decuplicata di giovamento. Il virtuoso è consapevole di ciò e lo rimpiange, nei momenti più duri della sua esistenza, poiché sa di meritare di più e di poter dare di più qualora gli fosse dato quel che merita. 
Le esperienze fatte da Nietzsche, quali egli ha elencate, sono dovute al fatto che egli era un uomo di transizione, come immodestamente mi sento io, che quelle esperienze ho ampiamente conosciute.
Chi possedeva la sua mentalità e ha vissuto la breve parentesi dei fascismi ha trovato di fatto sotto di sé un terreno migliore ed è stato più felice. Prima dello sfacelo finale, ovviamente. Io sostengo che la virtù non meriti di soffrire più a lungo e non debba dimostrare più niente. Che nella prossima epoca debba semplicemente dominare fiera e serena, ed è questa la principale innovazione, a cui ho lavorato per l'avvenire. Ci sono state epoche in cui i deboli hanno subito i soprusi dei forti e dei ricchi. Altre, democratiche, in cui i forti hanno subito i soprusi dei deboli, accorpati tra loro e alleati nientemeno che ai nuovi ricchi, i signori della finanza. La meritocrazia integrale annullerebbe la sofferenza del forte e trasformerebbe quella del debole in mera subalternità e obbedienza.  Ricordo il detto "La montagna kantiana ha partorito un topolino cristiano". Ora mi sento di aggiungere che "La montagna nicciana ha partorito un eroe solo, pazzo ed infelice"...poiché tale solo può essere la vita di un'umanità che seguisse alla lettera quell'ideale, di già mutuato dai fascismi e fuso con quello socialista, in un ibrido che gli ha consentito di stare in piedi, una volta strutturato in sistema politico, e di produrre efficienza e benessere superiori, ma anche di crollare nel confronto con le soverchianti forze pluto-democratiche che hanno potuto far leva su un quantitativo assai maggiore di persone improntate al pensiero debole. Io credo di aver inserito nel mio ideale il quantitativo di elementi disparati che possano soddisfare lo spirito umano in tutta la sua declinazione di tipi umani.

giovedì 29 ottobre 2020

Una manciata di versi

 

Una manciata di versi
chiedono la rovina
straziante
di una vita intera

val forse la pena?

e mai la forza d'animo
ti dà felicità
sol la Realtà che - precisa
combacia con l'Idea

Gioia si nega imperterrita
vuol da me un inno?

L'Illusione ci fa lottare
per sfuggire alla morte
unico vero, spaventoso sollievo

Poi ci ritroviamo
a descrivere il male
infinito

A che vale sfidare l'invincibile?

Non sei stanco di questo patetico eroismo?

Non hai tentato tutte le strade ancor
è vero: ma questo cercare o attendere sorprese
è così noioso ormai...

La psicologia è la più grossa baggianata
la più ridicola e superficiale pseudoscienza
che esista sulla Terra

meglio i tarocchi

qui non sa un cazzo nessuno

arrangiati che fai prima

e meno male che hai scolpito concetti
per molti lustri, altrimenti ciao

e il sacrosanto non t'è concesso: non puoi punire
l'umanità, solo saper che si punisce da sola
negli eoni del tempo

quanta presunzione è mai giusta nell'esistenza?

mercoledì 28 ottobre 2020

Lungo apprendistato


Esistenziale, un lungo apprendistato
ancor t'aspetta - a saper governare
di tutti i posti dove sono stato
son più quelli che devo ancora andare

Dicevo di tirare i remi in barca 
ma io son sempre la stessa persona
se vede un confine e non lo varca 
con le energie residue, si bastona

Qui tutto sempre vuol da me dell'altro
sistema prepotente ti strattona 
per quanto possa diventare scaltro
non mi rassegno alla sua idea cafona

Ci sian mondi segreti dietro il nostro
sottili porte accedano all'incanto
forze del bene sfidino il mostro
metafora di quello che hai accanto?

Finché hai energie nelle saccocce
meglio dir pane al pane e vino al vino
quando diventan troppe le minacce
attingi ad un linguaggio sopraffino 

Minacce stesse a volte son sottili 
non sempre si presentano brutali 
grazie alla penna, molte già le schivi:
le neutralizzano i tuoi versi cari. 

Illustre pensatore crollò prima di me
sempre io potrei fare quella fine
nessun potrà evitare i suoi "perché"
cercar risposta già, tra queste rime 

Finché io reggo, son lieto di farlo
mi guardo accorto, prendo le misure
rivolte ogni giorno a contrastarlo:
l'arrendermi alle interne mie fratture

Vince sempre chi arriva più lontano
a dir le maggior cose, e le migliori 
sapendo non sarà una sola mano
che le impugnerà in tempi futuri

Se poi dovesse essere una sola
sia ebbene la più forte e più vincente 
che tutte l'altre pieghi con la sola
luce che tu hai donato alla sua mente. 

martedì 27 ottobre 2020

Pillola di verità

 

Sempre ho rimpianto, certo, un buon maestro
antica tradizione sol da portare avanti
ma ciò che avevo, era solo un mostro
sì dalle molte teste – ripugnanti

Se nel percorso solo e alternativo
io presi degli abbagli e grossi granchi
ciò era inevitabile – e tardivo
non è più tempo di tornar sui banchi

Io salgo bene in cattedra, maturo
fiero di essere stato autodidatta
dannato nel presente, creatore di futuro
il frutto di una testa sveglia e matta

Ripristinai in tempo visione più corretta
dopo quei distruttivi sbandamenti
che fecer solo a me l'aspra vendetta
assaporar di tutti i deficienti

Io mi immedesimai, a conoscere il male
sinché non ebbi chiar ciò che distingue
benefattor da bieco criminale
e il bene ch'è mendace in molte lingue

Ebbene questa fu la mia guerra
spesso l'ignoro e in debito mi sento
verso chiunque sopra questa Terra
abbia riposto altrove il suo cimento

Adesso basta, feci il mio dovere
e ancor lo faccio sopra strade tetre
di un mondo che dovrebbe appartenere
a un altro mondo – fatto d'altre pietre

Le terapie che deo somministrarmi
leniscon lentamente il male interno
le conseguenze del mio avventurarmi
su aliene strade – asfalto dell'inferno

Questa è una pillola di verità
che cura virulenta la menzogna
che mi pervade ancor senza pietà
ponendo in me il clima della fogna

Superficiali – se di perdonare
il vostro ravanar tra le mie carni
io non riesco, dovrò conservare
l'astio mio e riversarlo in nuovi carmi.


Il fato dà avvisaglie ed illusioni


Ancor pigliare a calci il presente
lanciati ognor ad inseguir la vita
soverchio - il problema contingente
riporta sempre indietro la partita

Inghippo digitale, o nuove carte
politica chiusura, o delusione 
lavoro improprio, famiglia logorante 
lontana è ben ancor la soluzione 

La penna sempre scuote dal torpore 
nel scendere dall'auto la stanchezza
si sgrava grazie all'albero motore
la poesia - che il corpo galvanizza

Filosofia, il tuo rilancio è incerto
langue nel petto la motivazione 
già estremamente lungo fu il concerto 
sembra che sia finita la stagione 

Continui a vagheggiar di nuovi testi
che neanche libertà potrebbe dare
se la lettura, agli occhi tuoi onesti
è solo un calvario deteriore

E già non voglio dir che cosa penso
delle ragazze che incrocio per strada
san solo spegner quello che - intenso
ancor resiste in me, ma non ripaga 

Frequente mi fa visita di giorno
talvolta si presenta nella notte
un monito: mi dice che all'intorno
le strade della vita son corrotte

Sono precluse al genio, che non coglie
qual impressione fa all'uomo comune
si muove sconsolato tra le foglie 
che con la sua non hanno buone rime 

Il fato dà avvisaglie ed illusioni
s'afferma poi implacato su di noi
regna sui testi e sulle digressioni 
l'uomo che eri, te lo spiega poi.

lunedì 26 ottobre 2020

Titanica prudenza


Pare stagliarsi oltre nuovo ardimento
possibiltà di fare la storia
approfittando del cupo momento 
saggiando bene quest'aria

Ma sai che muovere il passo falso
per la pigrizia indagatrice
ti lancerebbe a piede scalzo
verso una fine infelice

Accetti oramai che questo dubbio
già sempiterno si ripresenti 
e che a disperdere la sua nebbia
servano braccia imponenti

Già te l'insegna il gioco d'azzardo
quindi il commercio, l'amore, la guerra
poco è premiato il coraggio testardo
e invece il calcolo dei colpi che sferra

Non esser stanco, allor, di pensare
o dovrai farlo più amaramente 
chino ai tuoi cocci recuperare
dopo bravata perdente 

Chiede già il balsamo d'una preghiera
ogni zappata sui piedi 
ferita che duole da mane a sera
che ingenuamente mi diedi 

Vita c'è ancor nell'intorno, se cerchi
sotto la cupola del potere 
ne puoi gioire - e aprire dei varchi
che ti conducano a visioni più vere

Sei condannato alla teoria
e per sfoggiarla infine splendente 
devi lottare per l'aspra via
del pensatore controcorrente 

Tutta la vita, non ci son scuse 
con la fiducia in mano 
nella potenza che si dischiuse
da ogni concetto titano. 

domenica 25 ottobre 2020

Non invidiar difetto impunito


Non invidiar difetto impunito
ché punizion ravvede e poi corregge
e se colei per tempo ti ha scolpito
potrai essere re di nuove spiagge 

mentre colui che illuso e non perfetto
si crogiolava nei suoi soli pregi 
non affrontò il percorso benedetto 
che fa salire al cielo, coi suoi fregi

monte del purgatorio non scalò
e al paradiso si precluse ingresso 
quando più dura prova lo chiamò 

male la perse e si trovò di sasso
dacché sì poco tempo gli restò 
e da quel punto, più non mosse un passo. 


venerdì 23 ottobre 2020

Sembra che tutto ciò che non è verso


Sembra che tutto ciò che non è verso 
sia polvere spazzata alla disparte 
cocci di tutto ciò ch'è andato perso
lungo la strada che conduce all'Arte

E un giorno dico basta e mi ritrovo
il giorno dopo ancor su questi fogli
ché la realtà si riconferma un rovo
intriso di veleno - che raccogli

Non trovi pace in essa - e meno contro
dacché vittoria sta su altro pianeta 
ma qui adattarsi è proprio una schifezza
preclusa al nobile è una vita lieta

È come quando tu scalasti il monte
salire ancor più su non si poteva
scendere era un'impresa consistente 
e a valle già assai poco rimaneva

Restavi tu nel regno degli inganni:
o sei completamente e già conforme 
o ti logorerai sì lungo gli anni
senza abbeverarti a pura fonte 

Richiede un eroismo ch'è scontroso 
ormai la causa - più non l'accettavi:
chiedeva troppo, e l'uomo coraggioso
non ha le ricompense che aspettavi

Sincretica visione comprendeva
nella formula etica anche il gusto 
di vincere e gustar la vita intera 
che il mero deperir non fosse giusto

Ed odio d'egoisti e delusione 
anche nelle fazioni illuminate
ti spinse a rinunciare all'ambizione 
guastata dalle genti scellerate

Quale sarà il tuo capolavoro 
esistenziale - se tu non tributi
già morte fino all'epico finale 
stanco di raddoppiare gli attributi? 

Certo, fosse possibile già qui 
esser felici e vivere a modo
avresti imparato il tuo abbiccì
altro che circumnavigare il globo!

Bandiera non è pronta - e comandare
ancora non sapresti, se vincessi
ma forse l'obiettivo è illuminare 
e qui puoi agguantare dei successi 

E ancor imprevedibile è il domani 
uscendo tu da questo anonimato 
scheletri nell'armadio sono immani 
ma sei innocente: e va rivendicato! 

Così è per queste lettere che trovo 
com'edera che sale - la speranza 
toccando in cima un bel raggio di sole
continua a farlo: fallo ad oltranza! 


giovedì 22 ottobre 2020

Quel ch'era da dire ho detto

 

Ancor durerà il mondo qualche tempo
segnali sono ambigui di ripresa
e assieme appunto, di disfacimento
in ogni caso lunga è ancor l'attesa

ed io ho l'impression che ad evitare
decine di coltelli per la strada
assai di meno deo comunicare
di ciò che è mio – che altri non aggrada

e che dimostra già di non comprendere
se anche glielo spieghi per benino
e il tono e il senso sa solo fraintendere
per poi mutarsi in squallido aguzzino

ti lacerano il petto quelle frasi
t'infettano per anni e per decenni
innestano poi trappole verbali
che scattano ogni volta che vi accenni

Bisogna allor difendersi alla fonte
ché non c'è arbitro alle scorrettezze
ed ogni volta che scendi dal monte
cammina mascherato alle bassezze

mia forza tanto fu sottostimata
allora che ignoravan la missione
che sovra il cuore è sempre gravata
rendendo faticosa ogni azione

e le sue conseguenze sul percorso
fan come non ci fossero mai state
se sopra esse cadeva ora il discorso
per il morale tuo, eran legnate

Ma s'io, ancorché tardivamente
mollo questo fardello milliforme
sol dedicandomi, sinceramente
a cosa assai più semplice e conforme

sempre sarà la forza sufficiente
e il bene – a non cadere nell'angustia
sicché il più empio, vile deficiente
non possa emettere sentenza ingiusta

Peraltro – quel ch'era da dire ho detto
e so che non me l'ha chiesto nessuno
se non la mia coscienza, ed il concetto
è che già questo mi rende qualcuno

Forse da adesso in poi scorderò tutto
il pensier mio, le gesta, l'obiettivo
me ne fuggirò via e sarò distratto
da qualche cielo azzurro e verde rivo

se alcun mi chiederà futuramente
precise spiegazioni a quanto ho scritto
credo declinerò semplicemente:
di chieder altro, lui non ha diritto

inoltre non saprei esprimermi meglio
finita è l'energia, il treno è lanciato
sta a lui adesso essere il più sveglio
di tutti e averlo ben interpretato

Potrei aver io perso l'interesse
dei sensi a conteplar la costruzione
del mondo nuovo che il mio verbo intesse
poiché oramai è finita la stagione

soltanto vita fresca e originale
puo prendere le redini e godere
l'odierna ascesa, e lotta contro il male
dal punto in cui la portò il tuo valore

Son quasi lieto – per me è una novità
stendere simili considerazioni
credendo per davvero che l'età
sia giusta a trarre i remi nei barconi

Mi rendo conto, in viaggio nella notte
ch'è stata sempre cosa solitaria
la mia battaglia, in tutte le sue fratte
di comunione non conosco l'aria

addirittura io fervidamente
preconizzando la guerra dei mondi
l'aveo vissuta tutta nella mente
e su me stesso infersi i miei affondi

Son affondato e tornerò a galla
già quel tanto che basti a sorvolare
con il mio sguardo il moto della palla
che un giovinetto ben vorrà calciare. 
 

mercoledì 21 ottobre 2020

E stendo ancor l'inchiostro sconsolato



E stendo ancor l'inchiostro sconsolato
ché sarà un passo avanti d'espressione
eppure non c'è sforzo che sia in grado
d'evolvere la vera situazione

Osservi buone paste e bella donna
giù al bistrò e capisci il potere
di ciò che più consola e più t'inganna:
le anse confortanti del piacere 

Gridan la sua mancanza o imperfezione
la notte e il giorno in mondo sì fallato
corrotto - ma cambiare direzione
comporta la rinuncia a quel che è dato

E che solo può darti nuova linfa
forza e coraggio e infine la speranza
di poter superare quella linea
oltre cui si prospetta nuova danza

Chi ancora ha soldi se li tiene stretti
per nulla già li mette a repentaglio;
li gode - mentre tutti i derelitti
han stretto d'interessi il lor ventaglio 

Ché a pancia vuota si ragiona male
lor che già non ne erano capaci
quando la vita carezzava il sole
...su quali sponde puoi trovar seguaci? 

Tu che per primo di seguir te stesso
ti sei stufato - e gravo di rancore 
osservi e senti quanto è andato perso
di ciò che vale il vivere e lottare

I conti col tuo ego ed egoismo
chiede di fare ogni buona causa
giacché non c'è idealismo
che non li presupponga senza pausa

Che non li inglobi e forse vi coincida
sicché debba giovar del lor supporto
in tutti i bui risvolti della sfida
che la lor nave vuol mandare in porto

Se il prezzo è troppo alto, il corpo molla 
il saggio e più inflessibile tiranno
fardelli che la mente gli accolla:
le audaci espansioni aspetteranno... 

Ma anche per gradi, sai, qui non c'è il tempo
di realizzare il nostro potenziale 
monca è la vita, sordo il godimento 
che dall'alto il nemico può scrutare

Freddo e impassibile - dove lui ha tutto, 
per tempo ha preparato ogni sua mossa
e la felicità nostra ha distrutto
ridotta ad una larva, o ancor più bassa

Troppo dall'alto agisce il suo potere
lancia il pensiero tuo parole audaci 
oltre gli ostacoli in cui ti fa inciampare
e più di quel che dici è quel che taci. 


lunedì 19 ottobre 2020

Arrangiati fino a che hai preso il volo

 
Provi ad importi fasullo ottimismo
forse finzione diventa vera
spargere l'allegria intorno
raggiante da una palla nera

cura un'uscita da questo groviglio
devia già verso qualcosa di meglio
dai a te stesso il migliore consiglio
sei solo tu a dover essere sveglio

svegliare il prossimo è tempo perso
inutile - forse controproducente
quando riesce: prepara il morso
che riceverai da un amico apparente

arrangiati fino a che hai preso il volo
poi da lassù vedrai tutto diverso
e gettar bombe sul loro molo
potrai - vederne qualcuno riverso

non sarà forse nemmen necessario
spegne il rancore la felicità
anche osservare il loro calvario
difficilmente ti appassionerà.

Ma spande la noia già intorno
e vecchie paturnie fan capolino
devi disperdere questo stormo
molesto e spianarti nuovo cammino

Non perdere tempo a sentirti in colpa
né ad impilare le colpe altrui
prendi una nave e salpa
chiediti sempre "chi cazzo è costui?"

Già che di dentro ti senti più saggio
or focalizzati sul paesaggio.


domenica 18 ottobre 2020

Aborti di capre

 Soffiati via dall'esistenza
velenose umane spine di morte
voglio bruciarvi nella coscienza 
come fate voi all'uomo più forte

che sono io - sempre frainteso 
e visto a dir ben sottosopra 
ma non mi ritroverete arreso
all'aborto assoluto: l'orgoglio di capra! 

Spazzerò le capre lontano da me
mi strapperò una santa vittoria 
una volta tanto felice perché 
fottutamente cambia la storia

Ed io ho incontrato gente migliore 
con cui ci scambiammo ciò che è vitale
e in stato d'animo superiore 
più non mi toccherà il vostro strale 

Arde il mio odio sideralmente
più vi disprezzo del vile letame
ma il vostro non può concimare niente
solo puzzare d'infame. 




Forse non ti accorgerai (ripescata da un taccuino)

Se ottundi i tuoi sensi
forse non ti accorgerai 
che questo cielo non è mai stato blu
che quest'aria è viziata
che queste castagne sono amare
che l'amore intona canti di guerra
che anche la guerra è impura
che lo spirito tutto - è guasto

come vuotare gli oceani della conoscenza?
come scoprire tutto quel che ci hanno fatto?

ma sol questa sembra la direzione 

mentre ti appigli a strisce di grigio 
a verdi sbiaditi di steli taglienti 
a suoni distorti
a passioni inquinate 

cerca generatori di energia
e potenza nei vicoli e nei labirinti 
delle città in sfacelo
mangia la luce
e accendila in te
sino a che il pugno non sia saggio
e la libertà libera. 

sabato 17 ottobre 2020

Mai sui sentieri

 

Ed or mi rilasso su strade usuali
saltuari sbalzi di fantasia
faranno altrove volar le mie ali
ma intanto starò sulla maestra via

anni d'impegno senza divertimento
tanto mi vollero emarginato
voglio invertir le due cose – e non mento
se in questo modo mi voglio riscattato

è facile a molti svegliarsi adesso
trovando il tutto degenerato
sulla propria barca arrabattarsi
pianger Benessere che se n'è andato

a nessuno importa la question generale
dell'erba marcia del suo vicino
sto atteggiamento – universale
porta poi a far dolere il pancino

io me ne accorsi da ragazzino
che nelle radici c'era qualcosa
di diabolico – e guarda un pochino
cosa succede a chi osa

presto partire per la tangente
e solitario sfidare il male
sì conoscendolo gradualmente
già perché tutto lo vuol estirpare

succede che non ti fai una vita
e tutti ti sputano da mille cantoni
trecento volte più realizzata
è la loro - e fan gli sboroni

e pure i martiri – sottacendo
le mille volte che hanno scansato
un pensiero, un'azione, un dolore tremendo
che la retta ragione aveva indicato

tal negligenze, sommate, nel tempo
hanno portato a quel che abbiamo adesso
fosse per gli aristoi, il fatidico evento
l'avremmo agguantato da un pezzo

credevate bastasse star nella corrente
e svolgere bene i vostri compitini
a lanciarvi verso vita gaudente:
ma il sistema vi ha inculato, bambini!

voi siete Complici, e ben meritate
quanto stupidità impone
e nessun martirio, per persone ingrate
si tirerà un nobile più sul groppone

mi guardo intorno tra pungenti scorie
mi potenzio e individuo una strada propizia
poco m'intrigano le vostre storie
mai sui sentieri del Monte Giustizia.



Quel che tu tieni in mano è uno stelo

 

Tu non sai se l'anima somatizza
i suoi neri travagli senza ritorno
oppure sia il corpo che animizza
la debolezza di questo giorno

però è angosciante la situazione
già, come ogni agitato stallo
sino a che interno, solitario agone
non elegge il suo gallo

forza che imponga una direzione
e ti rilanci nel grato cammino
e se la speranza è di nuovo illusione
almeno ti scuoti dal morbo intestino

in tal frangente, ha vinto la penna:
finito di scrivere questo testo,
sarò elevato di almeno una spanna
in quel pantano molesto

e allora il corpo farà la sua mossa
sgravato da un'anima meno afflitta
e quella, donandogli nuova forza
darà anche all'anima qualche nuova dritta.

Mi angustiava il dilemma senza soluzione
qual potrebb'essere una via di mezzo
se la gente davvero ha interesse comune
esistenziale, coi padroni del mondo

o se anche per lei sia sol momentanea
la convenienza – e il vantaggio apparente
ma sgravati dal plagio della coscienza
voglian tutti un governo più intelligente

dacché intelligenza non sempre è spietata
con chi non ne regge il livello
e solo vuole subalternata
la sua posizione nel lindo castello

inoltre, virtù che governi incorrotta
paziente e metodica lima il vizio
gli dona sempre istruzione corretta
e rende ad ogni cosa il suo spazio

io stesso ho temuto di non adempiere
alle pretese di un nobile mondo
ma perché immerso nelle losche tempere
di questo – che mi ha logorato a fondo.

Ecco che scrivere mette chiarezza
fa un passo avanti nella questione
ma rileggere un testo di estrema durezza
scritto da me – aumentò la congestione

sicché d'angoscia fui paralizzato
per diverse ore – e la colpa mi afflisse
già per non essermi neppure allenato
come era previsto, e tutto ne risentisse

il percorso che m'ero ben riproposto
ed anche la svolta eventuale
sulla vecchia battaglia, da un nuovo avamposto
che non sembrava per niente male

anche se avevo abbassato il tiro
e più fattibile sembrava l'impresa
già mentalmente l'alzavo di nuovo
e si stirava una corda già tesa

già la prudenza comanderebbe
piccoli passi e reticenze
ben ricordando qual esito ebbe
la più ambiziosa delle controtendenze

storicamente – e tu sei ben più fragile
ben attaccabile, e in epoca altra
e per quanto a parole tu ti muova agile
materialmente non tieni nulla

i dilemmi t'invadono quotidianamente
su te stesso e sugli altri, e quel che vuoi dalla vita
la bandiera è incompleta – e mai soddisfacente
la vision che deve guidar la partita

ipotizzi che altri possan compensare
tutto quanto a te manca, di teoria e d'azione
e che sappian comprenderti, e partecipare
della tua volontà e retta ambizione.

Il cronometro avvisa, ed il calendario:
non c'è più molto tempo per godersi la vita
quanto alla conoscenza – è assai vano il calvario
che la vuole portare a saggezza assoluta

ed intanto il mondo avanza in sfacelo
sempre palla nei piedi hanno gli avversari
quel che tu tieni in mano è uno stelo
sembrano già predetti gli esiti amari

ma il tuo stelo ha la forma di una sacra candela
che può affascinar chi ha bisogno di fede
una luce amica, in un mondo che gela
e può tutto incendiar, se solo ci crede.

martedì 13 ottobre 2020

Prima un'idea

Mettiti in testa che tu senti il mondo
quando qui intorno non c'è nessuno
non è forse scontato che l'uomo profondo
è quello che muove il passo per primo?

Verso una nuova direzione
e certo si troverà mille intralci
ma sol per la vecchia conformazione
è solo per questo che prende calci

Ma non è questione delle sue idee
che ancora devono sfiorare la mente 
del prossimo, o quello che pensa di fare 
già per agirle coerentemente 

Gli strali vengono dal passato
prima un'idea devi farla passare
e alla solitudine devi esser grato 
perché almen non ti vengono a tormentare

Invece tu li inviti al simposio
bruci le tappe: ed è già guerra
non si sottrae, il tuo ego vanesio
ma non può reggere il peso della Terra!

Stai al tuo posto e mettiti calmo
sei un filosofo e niente altro 
d'altre figure il mondo è ricolmo
e lo sarà al prossimo spalto.

lunedì 12 ottobre 2020

Monito dell'indipendenza

Molto più fortunato e dieci volte
più colpevole ti trova sempre il prossimo
quelle che ti concede (non son molte)
son piccole attenuanti, che non cambiano

il suo fondamentale pregiudizio
fatto di ciò che vuol e non comprende:
che tu sia più vizioso del suo vizio
giacché ogni tua virtù, saprai, l'offende

Non ti basar giammai perciò su quanto 
ti può venir da lui - prendi il tuo bene
lancia te stesso verso ciò che vuoi:
quanto le brocche debbano esser piene

sol tu lo sai, per essere felice 
come tu sol sapevi qual tormento 
di cui la lingua tua non era attrice
muoveva il viso tuo allo sgomento 

Stendi i suoi tratti autonomamente 
raccogliti - e già smetti di buttarti
in pasto alla miseria della gente 
riscattati nel regno delle arti

Che se sei bravo, ti spiana la via
a scene in cui sei tu il superiore
che vince la realtà e la fa sua
cogliendone ogni frutto ed ogni fiore. 



Fino al giorno del giudizio supremo

 

Si chiede l'istinto scocciato
quando potrò posare la penna
dacché ho sconfitto e sdraiato
ogni menzogna che mi condanna

E già non solo sul foglio di carta
e nella mia mente – or incontaminata
ma nella realtà circostante
che fiero l'istinto ha ben dominata

Quanti rispetti da gettare al fuoco
biechi concetti da mettere al muro
quante apparenze, in ogni loco
quanto di morbido si spaccia per duro

Ma non potrete sfuggire al mio vaglio
indi alla falce e all'aratro
io vedo tutto, e infine non sbaglio
e i vostri idoli, io li dissacro

Sguardo distratto, già la vede lunga
coglie che l'essere circondati
da stronzi (merde di forma oblunga)
i nostri giorni ha rovinati

Senza di loro non si porrebbe
question di vizio o virtù
giacché le seconde possiederebbe
ognuno di noi – dalla gioventù

E felicità sarebbe scontata
e non saremmo confusi
se debba esser oppressa e abnegata
né dalla critica di costumi e usi

L'uso sarebbe quello vincente
ed il costume calzerebbe a pennello
abnegato ogni pezzo d'idiota vivente
- e confusione? Su un altro castello!

Purtroppo lenta è l'analisi, invece
la lotta per liberarsi
da questa melma, da questa pece
in cui la virtù suole avvoltolarsi

L'istinto sano, sbotta, ci affretta
con fulminanti intuizioni
si prende, con una reazione diretta
qualche piacere, tra questi gironi

Se tutto quanto è nella corrente
sappi che tutto lo ritroveremo
nel calderon del mare bruciante
fino al giorno del giudizio supremo.



venerdì 9 ottobre 2020

Nessuna poesia nel vostro mondo

 

Senza tenacia

diretta a scalzare un giorno

profondissima ingiustizia

dal terreno del mondo

e della mia anima

sarei stato travolto

e derelitto ai margini


a che serve dire che sono stanco?


Sempre avanzerò

poiché non ho scelta


alternando tra finte soluzioni

che son poi galere, trappole

e pungoli


attraverso indegni pezzi di carta

e perdite di tempo vitale


maledicendo ogni prossimo

che non fa nulla

nella giusta direzione


sapendo forse che un giorno

il peso morto della storia

sarà forza inerziale

dalla nostra parte


dolgono in petto

parole spietate del passato

orrende – di amici e nemici


non c'è fine all'immondizia


la ruberia infinita


La diserzione dall'improba battaglia

è controproducente

perché il mondo – e la nostra vita

sono dominati dal nemico


mi chiedo chi può ancora

credere in Dio...


squallida musica negra

alla radio


suoni molesti ed intralci

ovunque


nessuna poesia

nel vostro mondo


la poesia è lo sforzo

di chi resiste.


giovedì 8 ottobre 2020

Figlio dell'antica sfida

 

E s’impenna eroica - così ingenuamente

penna del filosofo - copia dello sguardo

spudorata e stoica - contro la corrente

il linguaggio consono a tagliare il traguardo


Ci poteva essere, con un buon maestro

modo di raggiungere stesse conclusioni

senza compromettersi in modo maldestro

passar dell’inferno i trentatré gironi


Ma maestri non tiene - vista superiore

e da sempre immersa in cotanta feccia

scrive la sua rabbia frasi dell’orrore

che poi si stagliano sulla sua faccia


Però questo è figlio dell’antica sfida

prontamente accettata dall’onest’uomo

che all’istinto di verità si affida

senza alcuna certezza di un buon approdo


E la sua persona non approda a niente

se non a fanghiglie e lande spinose

se non fosse che – contemporaneamente

ne escono lettere rigogliose


Fu la sua partenza da un contesto nuovo

e la sua ambizione lanciata più in alto

a siglar l’ingresso in un nuovo evo

che però di questo non fece salto.




mercoledì 7 ottobre 2020

La seconda staffa

 

Spazia, ché sei libero su queste carte
affronta sereno la tua espansione
accarezza il tutto, agguanta la parte
completa sarà infine la visione

Sulla strada della burocrazia
che infinita e assurda uccide la vita
manifesti per la democrazia
ripropongon la feccia trita e ritrita

Questo mi sconforta, mi fa disperare
che ancorché tardivo un ravvedimento
arrida allo stolto, allo stadio finale
prima del completo disfacimento

Ma ahimè la discarica a cielo aperto
sarà sempre luogo di miglior respiro
che l'arena sublime del Gran Concerto
volta a rimettere la nazione in tiro

Così mi accingo – nell'afflizione
ad accettare la prospettiva
cupa dell'eterna contrapposizione
tra noi e loro: per la aver la vita

Debolezza acquisita non fa ben sperare
ma più dura ahimè è la bandiera che langue
degli scampoli che faccian ben sparare
con sicurezza verso alieno sangue

L'imponente montagna di questo lavoro
ti fa poi pensare che egoiste genti
ci abbian messo sempre assai poco del loro
ed allineati i corpi e le menti

E così la vita ancor non vedrai
incanalata nella costruzione
delle conoscenze che tramanderai
sicché amaro e rabbioso sarà il mio sermone

Ma il dover mi chiama, e il piacer rabbuffa
la sua testa irta di principi duri
la ragion gli cerca una seconda staffa
a cavalcar meglio, verso tempi futuri.

lunedì 5 ottobre 2020

Non posso risolvermi

  

Importa ancora
declinare con chiarezza
scolpire i tratti del Tormento?

Questo è il lento rimedio
alla sua sadica costanza?

Nessuna empatia in chi
non lo conobbe per esperienza

L'obiettivo sperticato
non si raggiunge a quarant'anni
né mai...

Il mondo non sta finendo
e la pensa ancora come prima

L'obsolescenza poetica è rapida

Non posso risolvermi – né il grande enigma

Sarebbe il tempo del grato raccolto
in una vita normale – qui è ancora
il deserto spinoso e fiacco
al primo mattino, devi ancora
progettare e costruire
daccapo o sopra vecchi edifici

Sciogliersi nel mondo è un'operazione
più difficile di quanto pensassi
continuo a perdermi
a respingere ed essere respinto
odiare ed essere odiato
comprendere e non essere compreso
e chi mai può parlare di "zona comfort"
ad uomo che cerca nuove fondamenta
ad un mondo già radicato
di principi opposti?

Paura di non saper parlare
di non padroneggiare più quanto acquisito
di perder visione e coordinazione
di non perdere più questa bieca
umiltà acquisita e la stanchezza,
non ricongiungendomi all'antica
combattività.

E tutta la sapienza del mondo
non ti farà ringiovanire...